Il Gruppo Consiliare Misto scrive ai cittadini di Camerota spiegando che negli ultimi giorni “è successa una cosa molto grave, che ci ha lasciati increduli, esterrefatti, nonostante ormai siamo abituati ad assistere a puerili teatrini e ripetuti colpi bassi, tutti di scarso pregio, da parte di chi ci amministra“. Nel Comune di Camerota, già da alcuni anni, c’è un sistema informatico che gestisce il protocollo dell’Ente, che dà la possibilità, sette giorni su sette, ai funzionari di lavorare e protocollare da remoto ed ai consiglieri comunali di fare altrettanto, oltre chiaramente a visionare quanto fatto dai vari Uffici comunali, semplicemente collegandosi dal proprio PC. “Dal 13 luglio solo ad alcuni consiglieri (circostanza questa che rende ancora più grave la cosa), senza alcun preavviso, è stato bloccato l’account per il collegamento – fanno sapere -. È stato di fatto disconosciuto il loro ruolo, calpestato il voto popolare. Un atto di pericolosa arroganza amministrativa che, stante l’assordante silenzio di chi dovrebbe tutelare i diritti e le prerogative dei consiglieri comunali, ci ha visto costretti, unitamente ai Gruppi Camerota riparte e Viva Camerota, a sporgere formale denuncia – segnalazione alle Autorità di competenza“.
Tra le varie segnalazioni effettuate, il Gruppo Misto ricorda che a marzo hanno reso nota la denuncia – segnalazione sul Bilancio Consolidato – esercizio 2018, che necessitava di un chiarimento pubblico. “Nel momento più delicato di questa legislatura, – proseguono – quando a breve saranno trattati temi importanti come ad esempio il PUC, oltre alla definizione di pratiche che riguardano anche interessi privati di singoli amministratori che, proprio per il ruolo che ricoprono, necessitano di un maggiore e doveroso controllo da parte dei consiglieri di minoranza, si è deciso di spegnere la ‘televisione’ per non consentirci di vedere ciò che accade e svolgere a pieno il nostro lavoro. Un po’ come chi durante una partita di calcio decide di prendere il pallone con le mani e portarselo a casa, perché diversamente non riesce a vincere la partita. Chi amministra rispettando leggi e regolamenti non ha motivo di nascondersi o di impedire che altri possano controllare. È il sale della democrazia. Noi comunque anche in questo caso, come sempre, abbiamo rispettato i ruoli ed atteso un tempo congruo per consentire a chi ha sbagliato di ‘rimediare’ all’errore. Ma, dopo aver invano richiesto il ripristino alla Publisys S.p.A., che gestisce il sistema, e pazientato diversi giorni per consentire al Segretario comunale di garantire e tutelare i nostri diritti e le nostre prerogative di consiglieri, in data odierna, unitamente ai Gruppi Consiliari Camerota riparte e Viva Camerota, abbiamo sottoscritto e trasmesso una denuncia – segnalazione alla Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Salerno, all’Autorità Nazionale Anticorruzione ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania“.
Secondo i consiglieri, la richiesta di inibire l’accesso ad alcuni di loro sarebbe partita dall’Ufficio Ragioneria del Comune, così come riferito telefonicamente dagli operatori della società che opera sul sistema.
“Grazie al lavoro svolto ad inizio legislatura – affermano – ed alla battaglia da noi fatta anche vincendo le resistenze di singoli funzionari comunali, eravamo riusciti ad avere un sistema di protocollazione chiaro e trasparente che non consentiva ‘giochini di prestigio’, non consentiva quindi di acquisire un numero senza allegare il relativo documento; avevamo ottenuto un protocollo visibile a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza senza alcuna distinzione, consentendo di rendere ‘riservati’ solo quegli atti che per legge dovevano rimanere tali. Dopo le nostre dimissioni si è deciso di ‘mettere mano’ nuovamente al sistema e di modificarlo radicalmente, fino ad arrivare a pochi giorni fa con addirittura l’impedimento all’accesso a chi non siede tra i banchi della maggioranza. A questo punto, in rigorosa attesa di chi, deputato al controllo, possa verificare ed intervenire, poniamo pubblicamente delle domande al primo cittadino, invitandolo da subito a mettere da parte le stupidaggini a cui ormai ci ha noiosamente abituati, dando risposte nel merito“.
I consiglieri chiedono al Sindaco:”Dov’è finita la tanto esaltata trasparenza della nostra campagna elettorale del 2017? Perché è stato letteralmente cestinato tutto il lavoro da noi fatto sul protocollo del Comune, per garantire a tutti i consiglieri comunali di poter svolgere al meglio il loro mandato? Tu non eri d’accordo con noi che il protocollo del Comune doveva essere chiaro, trasparente ed accessibile a tutti i consiglieri comunali? Hai cambiato idea e, nel caso, perché? Quali gli equilibri da mantenere e per chi? Cosa non si deve far sapere a chi è stato eletto per rappresentare il popolo di Camerota in Consiglio comunale e ha obbligo di riservatezza sulle notizie che acquisisce dal sistema? Perché oggi i funzionari possono tranquillamente creare un nuovo numero di protocollo, senza necessariamente allegare il relativo documento? Perché l’Albo Pretorio online non è sempre visionabile per facilitarne la consultazione? Perché nel tempo è stata progressivamente limitata la possibilità per i consiglieri comunali di svolgere il loro ruolo di controllore, fino addirittura a vietare l’accesso al sistema informatico? Eri tu, insieme a noi, a parlare nelle piazze di trasparenza e cambiamento? Ti sei reso conto che hai portato alla morte il progetto iniziale di Terradamare?“.
E concludono:”Con evidente arroganza amministrativa è stato negato (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse) a rappresentanti del popolo di poter svolgere compiutamente il ruolo di controllori. Con evidente arroganza amministrativa è stato trasformato (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse) il Comune di Camerota da casa di vetro, chiara e trasparente agli occhi di tutti (almeno questo era l’asse portante del nostro programma elettorale), in una casa di plexiglass. Mai fu fatta scelta migliore di prendere le distanze da chi finora ha solo predicato bene, ma razzolato decisamente male“.
– Chiara Di Miele –