Da mesi molti italiani sono bloccati all’estero, nei più disparati paesi del mondo, senza poter fare rientro a casa. Tra loro ci sono anche Nicoletta Casalnuovo, di Buonabitacolo, e Giovanni Cella, di Marina di Camerota, bloccati in Nigeria, nella capitale Abuja.
Nicoletta e Giovanni lavorano in hotel ad Abuja, lei come manager housekeeping, lui come manager della manutenzione. Dopo le festività natalizie passate in Italia, il 5 gennaio scorso i due sono rientrati in Nigeria. Scattata l’emergenza, con la chiusura degli aeroporti dall’oggi al domani, sono rimasti bloccati lì, senza poter far ritorno a casa.
“Hanno chiuso tutto in circa 24 ore – afferma Nicoletta -. Abbiamo da subito contattato la Farnesina ma nessuno ha potuto aiutarci. ‘Data la situazione in Italia meglio rimanere lì’, questa è stata la risposta ricevuta. Siamo rimasti in attesa per un po’, poi ci siamo nuovamente messi in moto ricontattando la Farnesina, ma non abbiamo più avuto risposta. Ad oggi, siamo ancora bloccati qui”.
Anche la capitale nigeriana è in piena emergenza sanitaria. Tutte le attività commerciali sono chiuse, anche l’hotel presso il quale i due italiani lavorano.
“Stiamo facendo le pulizie nella struttura, anche per impegnare un po’ il tempo – dichiarano Nicoletta e Giovanni -. Qui la situazione è critica e siamo davvero preoccupati, soprattutto per la nostra salute, perché la sanità non funziona. Restiamo chiusi in hotel perché il rischio contagio è elevato”.
Anche in Nigeria alcune città sono state dichiarate “zona rossa”. Ad esempio Lagos, che è stata chiusa proprio per contrastare il contagio.
“Molta gente vive per strada, molte persone non hanno una casa in cui rifugiarsi e dormono sotto gli alberi – sottolinea Nicoletta -. Abbiamo bisogno di tornare a casa, siamo stanchi mentalmente anche per provarci ancora. Abbiamo paura di contagiarci facilmente, non possiamo più aspettare”.
– Paola Federico –