Prosegue l’avventura giudiziaria in Russia per riportare a casa la piccola Sofia di appena due anni e mezzo, sottratta dalla madre al padre Luigi Di Salvio di Teggiano. Della bimba non si hanno notizie ormai da mesi.
L’uomo ha vissuto insieme alla moglie russa e alla figlia a Teggiano fin quando la donna, dopo una vacanza nella nazione di origine insieme alla piccola, non ha più fatto ritorno in Italia. Così Di Salvio, difeso dall’avvocato Enrico D’Amato, ha dato il via ad un procedimento e i giudici di Ekaterinburg, città di origine della donna, gli hanno dato ragione ordinando il rimpatrio della minore e sospendendo la potestà genitoriale alla madre. Ma la donna è fuggita facendo perdere le sue tracce e quelle della piccola Sofia.
Ieri in Russia si è tenuta un’altra udienza in seguito alla richiesta della madre della bambina di rivedere la precedente sentenza a lei sfavorevole. La donna, infatti, sostiene di non poter fare rientro in Italia a causa del procedimento penale in corso. Presenti in aula, per sostenere Di Salvio, l’avvocato Gribkov e il Console italiano ad Ekaterinburg, D’Agostino, i quali hanno illustrato ai giudici che, attualmente, non ci sono misure cautelari a carico dell’imputata, come dalla stessa asserito per giustificare il mancato rimpatrio. Motivo per cui, per ben quattro gradi di giudizio, la sentenza a lei sfavorevole è stata riconfermata dal Tribunale russo che, ancora una volta, dà ragione al teggianese Di Salvio.
La difficoltà oggettiva, al momento, è che la mancanza dell’emissione di una misura cautelare da parte della Procura della Repubblica non permette all’Interpol di agire per velocizzare le ricerche e il rimpatrio di madre e figlia. “In Russia si continua a cercare la moglie del mio assistito – spiega l’avvocato D’Amato – e grande è il supporto dell’Ambasciata a Mosca. I giudici russi ci hanno dato nuovamente ragione, ma è necessaria una misura cautelare in Italia che ci permetta maggiore incisività e garanzia di quanto stabilito nella sentenza a favore del mio assistito il cui diritto prioritario è quello di riabbracciare sua figlia“.
– Chiara Di Miele –
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