I giudici russi continuano a dare ragione a Luigi Di Salvio, papà teggianese che nel settembre 2018 ha visto sottrarsi dalla moglie di origini russe la figlioletta Sofia che all’epoca aveva soltanto due anni. La donna, partita verso il Paese di origine per una vacanza insieme alla piccola, dopo qualche settimana ha comunicato al marito di non voler rientrare in Italia. Da qui hanno preso il via una serie di udienze presso il Tribunale russo a seguito delle quali i giudici hanno sempre dato ragione all’uomo, imponendo il rientro di Sofia a Teggiano e sospendendo la potestà genitoriale alla madre. Ma quest’ultima da tempo ha fatto perdere le proprie tracce e quelle della bambina.
Negli scorsi giorni, ancora una volta, i giudici hanno rigettato il ricorso presentato dai legali della mamma di Sofia continuando a sostenere che la bambina debba ritornare a casa del papà a Teggiano.
“C’è stata la conferma di quanto già era stato deciso in passato. Nonostante la pandemia e le difficoltà globali, nulla è cambiato sotto il profilo giudiziario – dichiara Luigi -. Questo periodo che stiamo vivendo è difficile per tutti e a maggior ragione è difficile gestire situazioni di portata internazionale come questo caso“.
Ricordiamo, inoltre, che nelle scorse settimane il consigliere regionale Tommaso Pellegrino ha interpellato in merito alla vicenda il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio il quale ha fatto sapere che la Farnesina sta seguendo con la massima attenzione gli sviluppi in coordinamento con l’Autorità centrale italiana che, ai sensi della Convenzione dell’Aja, si occupa della sottrazione internazionale dei minori. L’Ambasciatore a Mosca è intervenuto ai massimi livelli per chiedere l’esecuzione delle sentenze russe che hanno stabilito in via definitiva il rientro di Sofia in Italia.
– Chiara Di Miele –
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