Il 21 Settembre 2018 sarà una giornata storica e da incorniciare per la Banca Monte Pruno che ricorderà l’approdo, 20 anni fa, dell’istituto di credito di Roscigno a Teggiano, il primo comune del Vallo di Diano che gli ha aperto le porte e che ha generato, successivamente il raggiungimento di importanti obiettivi. Ne abbiamo parlato con Michele Albanese, Direttore Generale della Banca Monte Pruno.
- Direttore Albanese, 20 anni fa iniziava l’avventura oltre gli Alburni della Cassa Rurale ed Artigiana “Monte Pruno” di Roscigno e precisamente a Teggiano. Quali sono i ricordi più intensi di quel momento?
Non è mai facile raccontare le emozioni. Proprio per questa ragione un’emozione così forte merita di essere ricordata e festeggiata con un appuntamento con le persone che, in questi anni, ci sono state vicine dimostrando affetto e fiducia. Dal 1998 è iniziata una nuova tappa del nostro percorso, la prima, un momento chiave che ha aperto dinnanzi a noi un mondo completamente nuovo e diverso. Sono quelle tappe che ti cambiano la vita ed incidono su tanti fattori e valori. Considero l’arrivo della nostra Banca nel Vallo di Diano come una delle più rilevanti per il nostro futuro. Oggi siamo qui perché venti anni fa abbiamo deciso di accettare, con coraggio, questa sfida. I ricordi sono indelebili e ogni volta che mi trovo a Teggiano, personalmente, rivivo quei momenti non solo collegati all’inaugurazione della Filiale ma anche a tutte le attività fatte prima e dopo, per entrare nel tessuto sociale, per cominciare a creare intorno a noi attenzioni e fiducia. Un percorso ventennale passa per tante tappe, per tanti successi, ma dietro c’è stato tanto lavoro ed il ricordo più bello è verso tutti coloro che hanno creduto in noi in quel momento e che oggi non ci sono più, ma che hanno seminato quello che poi, negli anni, siamo riusciti a raccogliere.
- Quanto ha contribuito l’accoglienza immediatamente favorevole dell’allora Sindaco Angelo Giffoni ad investire fortemente nel Comune di Teggiano?
Angelo Giffoni è una di quelle persone che ricordo con maggiore stima e per la quale nutro ancora un grande affetto. Non era assolutamente facile credere nella “Monte Pruno” 20 anni fa, era una bella scommessa che si basava su elementi come una stretta di mano, uno sguardo, un sorriso, una parola. Era un mondo diverso, ma era un mondo dove i valori contavano davvero tanto e tutta l’intensità di quei rapporti, di quei momenti ha permesso alla nostra Banca di cominciare, pian piano, ad incamminarsi in un sentiero che era sicuramente molto difficoltoso e ricco di insidie. La sua figura ha garantito alla nostra Banca un ingresso a Teggiano dalla porta principale. Angelo Giffoni era una di quelle persone che sapeva guardare oltre ed ancora oggi sentiamo tutti la mancanza. Se mi chiedessero di definirlo con una sola parola, potrei definirlo “un gran signore”.
- E poi c’è stato l’incontro con il Vescovo di Teggiano, Mons. Bruno Schettino. Da quell’incontro la Banca si è prefissa obiettivi che l’hanno resa davvero “diversa” da tutti gli altri istituti di credito.
Il rapporto con la Diocesi è stato sempre solido e lo è ancora oggi. Mons. Schettino parlava la nostra stessa lingua, sapeva benissimo quale poteva essere il nostro ruolo a Teggiano e nel Vallo di Diano, sapeva leggere nel cuore delle persone e subito si fidò di noi. La nostra predisposizione verso una Banca “diversa” era annidata nel nostro dna, bisognava solo accendere questa fiammella, incentivando la costruzione di un circuito che mettesse al centro territorio e persone, come abbiamo fin subito, ad esempio, entrando nel “mondo” della lotta all’usura grazie a don Andrea La Regina, con il quale ho condiviso anche una parte della mia gioventù in seminario. Fu lui a cercarmi per iniziare, insieme, un grande progetto legato all’antiusura; ci costò tanto lavoro ed impegno ma riuscimmo a fare un grande lavoro a beneficio di tante persone che si rivolgevano a noi. Oggi sembra tutto abbastanza normale e facile, ma costruire tutto questo comporta ed ha comportato sacrifici quotidiani, in quanto, la nostra Banca è scesa in campo, uscendo fuori dai canoni di un istituto di credito e proiettandosi dalla parte del territorio in un modo differente, mettendo al centro i nostri valori.
- Un territorio che Le ha manifestato amicizia, rispetto ed affetto sin dal primo incontro, tanto da assegnarLe anche il titolo di “cittadino onorario”. Cosa significano questi attestati?
Tante volte rifletto su quanti riconoscimenti importanti e quanti attestati di stima ho ricevuto nella mia carriera. Sicuramente troppi rispetto a quelle che magari erano le mie aspettative. Questi titoli sono premi individuali ma sintetizzano il risultato realizzato da un intero gruppo di lavoro che crede in questa missione. Diventare cittadino onorario ha significato chiudere un cerchio importante della mia vita e della mia carriera, ma io l’ho visto come un punto di partenza, come l’avvio di una nuova missione, cioè quella della riconoscenza verso un popolo che ha dato a me ed alla Banca enormi soddisfazione ma, soprattutto, ha concesso fiducia e rispetto alla nostra azione. Non smetterò mai di dire grazie per tutto questo. Ho voluto bene e continuo a voler bene il popolo di Teggiano, formato da persone serie, laboriose e che crede ancora nei valori forti della vita.
- Una Banca, probabilmente, non può permettersi di vivere di ricordi ma la Monte Pruno ha fatto della riconoscenza la sua ragione di vita. E’ questa la sua vera forza?
Se non si conosce e non si rispetta il passato ritengo che sia impossibile poter immaginare di costruire il futuro. L’evento del 21 settembre contiene la volontà della nostra Banca di non dimenticare chi ha contribuito a tutto questo. Rappresenta una forza nell’esatto momento in cui un valore come la “riconoscenza” si riesce a trasmettere ai giovani, come è capitato fortunatamente da noi. Noi siamo convinti che, come diceva Cicerone, “La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre.” E, senza alcuna presunzione, posso affermare che la nostra banca per arrivare dove è arrivata ha qualche difetto, ma ha anche tante altre virtù.
– Rocco Colombo –
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