Esce nelle sale domani, giovedì 26 novembre “Babbo Natale non viene da Nord”, la pellicola di Maurizio Casagrande ambientata a Salerno. Gli esterni del film, prodotto da Maria Grazia Cucinotta, infatti, sono stati girati nella città capoluogo rischiarata dalle famose istallazioni luminose lo scorso anno. Il partenopeo Casagrande è alla regia e davanti alla camera da presa interpreta Marcello, prestigiatore e padre di India, cantante di talento ma di scarso successo, fortemente somigliante alla ben più nota Annalisa Scarrone, coprotagonista del film. Marcello si troverà a Salerno, rimanendovi per una caduta in seguito alla quale perderà la memoria. India si metterà alla ricerca del padre, arrivando nella città del padre, dove ritroveranno molto più che loro stessi.
Intorno alla scelta di ambientare il cine-panettone a Salerno si generò il forte entusiasmo dei salernitani, che ben accolsero l’invito della produzione a comparire nelle scene corali. Nel cast, tra gli interpreti professionisti, la stessa Maria Grazia Cucinotta, Giampaolo Morelli, Eva Grimaldi, Milena Miconi, Nino Frassica, i salernitani Angelo Orlando e Chicco Paglionico e il valdianese Andrea Di Maria. Alla vigilia del lancio sul grande schermo, abbiamo incontrato Maurizio Casagrande, che ha simpaticamente anticipato qualcosa di “Babbo Natale non viene da Nord” ai lettori di Ondanews.
- Maurizio, sai che Babbo Natale non esiste?
Io sono convinto che esista. Ci aspettiamo che venga chissà da dove, ma Babbo Natale ce l’abbiamo a casa: tutte le mattine che ci guardiamo allo specchio, chi abbiamo di fronte può esserlo. Bisogna sapersi chiedere le cose che si desiderano e sapersele regalare. - Nel tuo film il Natale è quindi una metafora?
È un’occasione. È un momento in cui ci si ferma un attimo e ci guardiamo intorno per vedere chi abbiamo, quali sono e persone che vogliamo vicino, quali quelle che non conosciamo per davvero. Natale è un’occasione.
- Ci anticipi cosa vedremo al cinema?
C’è una parabola bellissima che recita mio padre, che fa il prete, in un’omelia. Racconta una favola in cui si parla di un asino che gira intorno a una ruota tirando la macina. È triste perché legato a questa ruota da cui tutti i giorni sente l’odore di un forno e del pane fresco sfornato. Fino a quando si libera e raggiunge quel pane, accorgendosi che è fatto con la farina che lui macina. Torna indietro e continua a girare intorno alla stessa ruota, pur potendo scappare, questa volta però sapendo perché lo fa. La fatica certe volte diventa meno grave se sappiamo per cosa e chi la facciamo.
- Tanti sono stati i cittadini di Salerno che hanno voluto comparire nel tuo film. Tra i professionisti, invece, i salernitani Angelo Orlando e Chicco Paglionico e il valdianese Andrea Di Maria. Come ti sei trovato a lavorare con loro?
Divido il mondo in persone che valgono molto e persone che valgono poco, brave e non brave, simpatiche e non simpatiche, intelligenti o stupide. Loro erano persone valide, in gamba, scelti perché bravi. Poi c’è stata l’occasione di girare il film qui e mi è sembrato ancor più doveroso avere loro nel cast.
– Gianpaolo D’Elia –