E’ stato raggiunto il quorum delle 500mila firme digitali, previste dalla Costituzione italiana, per promuovere il Referendum abrogativo della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata.
L’iniziativa è stata portata avanti dai gruppi di opposizione di centrosinistra ma anche da parte di associazioni e sindacati che sostengono che la legge debba essere abrogata perché “spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne”.
Il via libera alle sottoscrizioni digitali era arrivato il 26 luglio ed ora con il raggiungimento del quorum il comitato potrà presentare il quesito referendario per abrogare la legge.
“In sole tre settimane abbiamo raggiunto mezzo milione di firme digitali, il numero previsto dalla Costituzione per promuovere il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. Un risultato davvero straordinario e per certi versi inaspettato per la sua rapidità, peraltro conseguito in pieno agosto, un mese per nulla favorevole a questo genere di iniziative – fanno sapere gli organizzatori – Contrariamente a quanto sostiene qualche mal informato esponente del Governo, che ci ricorda la difficoltà nel chiedere e validare tutti i certificati elettorali dei firmatari, per le sottoscrizioni on line la procedura è automatica, grazie al collegamento della piattaforma con l’anagrafe nazionale (ANPR). A queste vanno aggiunte le centinaia di migliaia di firme raccolte nei banchetti che abbiamo organizzato capillarmente in tutte le regioni, queste da certificare una per una, cosa che ovviamente faremo con il massimo rigore”.
“Consideriamo quello appena compiuto solo il primo passo. Abbiamo ancora un mese a disposizione e intendiamo utilizzarlo per intero. Proseguirà quindi il nostro impegno nell’invitare le persone a firmare sia sul web che nelle piazze, nelle feste di partito, nei luoghi di lavoro. Contemporaneamente, moltiplicheremo le iniziative per spiegare le ragioni della nostra mobilitazione e i pericoli che corriamo a causa di una legge profondamente sbagliata, che aumenterà inevitabilmente i divari territoriali e le diseguaglianze sociali, minerà alle fondamenta il nostro welfare universalistico, danneggerà allo stesso tempo lavoratori e imprese. Siamo convinti che, se adeguatamente informati, gli elettori respingeranno il tentativo di dividere e indebolire irrimediabilmente il Paese, compromettendone la coesione sociale e le prospettive di sviluppo. Decisioni di questa portata non possono essere assunte in una logica di scambio tra forze politiche e al riparo da una discussione e un confronto pubblici, che invece devono coinvolgere il numero più ampio possibile di cittadine e cittadini, nelle cui mani va restituito il futuro dell’Italia” concludono.
Come sottolineato da Cgil, la prima tra le Regioni italiane, con 97mila firme digitali e più di 13mila firme raccolte ai banchetti, è la Campania. Ora anche la Sardegna e la Toscana, dopo la Puglia, hanno deciso di impugnare la legge bandiera della Lega sull’autonomia differenziata.