Il Consiglio regionale della Campania, presieduto da Gennaro Oliviero, ieri sera ha approvato la deliberazione consiliare per chiedere l’indizione del referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata.
Con 36 voti favorevoli dei consiglieri della maggioranza di centrosinistra, del gruppo misto e del Movimento 5 Stelle e 9 voti contrari dei consiglieri del centrodestra e l’astensione del consigliere Raffaele Maria Pisacane (Azione-Per), la Campania è la prima delle cinque regioni ad adottare la deliberazione consiliare al fine di depositare la richiesta di referendum abrogativo della legge di iniziativa governativa con la quale si prevedono le procedure per l’attuazione del regionalismo differenziato.
A presentare e depositare la richiesta di referendum sarà il Presidente del Consiglio regionale della Campania a seguito della relativa elezione da parte dell’assemblea legislativa campana. Il Consiglio ha, inoltre, approvato con 35 voti favorevoli una ulteriore deliberazione per richiedere un referendum abrogativo di alcuni commi degli articoli 1, 2, 3, 4, attinenti alle materie o ambiti di materie riferite ai Lep (Livelli essenziali di prestazione) della legge in questione.
Il Presidente Vincenzo De Luca ha commentato: “Non prendiamo una decisione per consolidare le bandiere, ma per far prevalere la ragione. L’obiettivo è ricreare uno spirito di difesa dell’unità d’Italia”.
Sulla materia Sanità interviene anche il consigliere regionale Tommaso Pellegrino secondo cui questa legge è “una condanna a morte“.
“Garantire i Lep è una menzogna, non ci sono i fondi per finanziarli – spiega Pellegrino – Piuttosto dobbiamo evidenziare le difficoltà economiche delle regioni del Sud, molte delle quali sono anche in regime di piano di rientro, quindi impossibilitate a garantire una riorganizzazione sanitaria tale da recuperare il gap con le regioni del Nord. Quindi il primo Lep da garantire sarebbe esattamente quello di recuperare il numero di medici e infermieri per 1000 abitanti. In realtà succederà esattamente il contrario, in quanto la possibilità di contrattazione del personale medico previsto da questo modello di autonomia differenziata andrà a determinare un’ulteriore fuga di medici, soprattutto quelli più bravi, i quali avranno la possibilità di scegliere di lavorare dove le condizioni di lavoro saranno più vantaggiose. Di conseguenza assisteremo ad un ulteriore incremento della mobilità passiva dei pazienti dal Sud alle strutture sanitarie del Nord con risultati drammatici per il Servizio Sanitario pubblico”.
“Il referendum rappresenta lo strumento istituzionale per esprimere la nostra contrarietà e lo faremo come rappresentanti di Italia Viva in tutte le regioni, con i nostri parlamentari e soprattutto come rappresentanti delle famiglie del Sud in quanto abbiamo un’idea chiara di futuro per il nostro Paese” conclude il Consigliere Pellegrino.