Questa mattina il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha presentato, nel corso di una conferenza stampa nella sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia, la proposta della Regione per la modifica della Legge Calderoli sull’Autonomia differenziata.
Il testo è incardinato su alcuni punti fondamentali. Primo: il riparto del fondo sanitario deve assegnare uguali risorse per ogni cittadino italiano dal Piemonte alla Sicilia. Secondo: occorre garantire, su tutto il territorio nazionale, la stessa dotazione di personale ogni mille abitanti. Terzo: è fatto divieto di stipulare contratti regionali per il personale della sanità pubblica e della scuola pubblica. Quarto: attribuzione di nuove funzioni solo dopo che i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) siano stati non solo “determinati”, ma anche finanziati. Quinto: per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni non possono essere utilizzati criteri che differenzino i territori sulla base di parametri legati al costo della vita o alle specifiche condizioni economiche e sociali.
È infine indispensabile modernizzare l’Italia, l’impalcatura istituzionale e della pubblica amministrazione. Per questo la linea che propone la Campania è burocrazia zero: si avvii da subito la semplificazione dei procedimenti e l’efficacia dell’azione amministrativa attraverso il decentramento delle competenze al livello regionale per i piani paesaggistici, la trasformazione urbanistica ed edilizia, la portualità, gli insediamenti produttivi e ZES.
È la linea “Burocrazia Zero”, da sempre proposta dalla Regione Campania per modernizzare il Paese, mantenendo unite le forze produttive e i ceti professionali di tutta la nazione, senza lacerazioni fra Nord e Sud.
“Portereremo questo testo al Consiglio regionale per l’approvazione – ha spiegato De Luca – e lo invieremo ai Presidenti delle Camere per gli atti conseguenti. Lo manderemo inoltre a tutti i gruppi parlamentari affinché promuovano iniziative coerenti con le nostre proposte“.
Il Presidente chiarisce che l’accoglimento di questi emendamenti alla Legge Calderoli consentirebbe di scongiurare “gli effetti divisivi del referendum. Noi offriamo l’ultima possibilità al mondo politico di collocare la discussione sull’autonomia su un piano di ragionevolezza, di dialogo e di non lacerazione del Paese. Se si modifica la Legge Calderoli si può superare l’esigenza del referendum“.
Resterebbe in piedi, invece, il ricorso alla Corte Costituzionale promosso da cinque Regioni (Campania, Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna).
“Siamo stati promotori della raccolta di firme per il referendum – ricorda De Luca – ma abbiamo chiarito da sempre che intendevamo muoverci con spirito unitario, che non eravamo interessati a battaglie ideologiche e che eravamo impegnati su un doppio fronte, il rifiuto dell’Autonomia differenziata, ma anche la battaglia per la modernizzazione dell’Italia“.