Si è tenuta questa mattina a Palazzo Santa Lucia la conferenza stampa presieduta dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per una campagna di mobilitazione contro l’Autonomia differenziata, “una legge truffa”.
Una forte contrarietà espressa dal presidente campano che si è detto, però, disponibile a mettere a punto ben quattro iniziative per accettare il disegno di legge del ministro Calderoli sintetizzato come un “inizio di secessione con risorse trasferite a tutte le regioni del Nord e a nessuna del Sud”.
“Nel merito dell’Autonomia differenziata – ha annunciato De Luca – i rilievi che facciamo e rispetto ai quali chiediamo certezze, cioè sfidiamo ad essere concreti, chiari e lineari sulle decisioni che si prendono, riguardano innanzitutto sanità, scuola e trasporti. Cominciamo a dire ai sostenitori della legge: siete disponibili ad esprimere esplicitamente che non è consentito alle Regioni di tutta Italia la stipula di contratti differenziati per personale sanitario e scolastico? Altrimenti la truffa si moltiplica e così anche la divaricazione tra Nord e Sud. E’ disposto Calderoli a proporre un’integrazione alla proposta di legge? Sanità e scuola non possono prevedere in nessun caso trattazioni differenziate per i contratti per personale scolastico e sanitario. Stiamo altrimenti determinando la distruzione della sanità in Italia”.
Il Presidente campano ha poi ricordato che la Campania si è candidata tra le prime Regioni per l’autonomia differenziata quando è stata richiesta e chiedeva il trasferimento di alcune tematiche a proprio carico. Ma ciò che De Luca ha voluto maggiormente sottolineare è la richiesta di un iter che porti tutta la nazione sullo stesso piano e che sblocchi l’ingorgo burocratico vigente.
“Siamo contrari a decentrare in maniera irresponsabile materie strategiche per l’Italia come quella energetica – ha affermato -. Proponiamo un modello di burocrazia o che salvaguardi l’unità nazionale. Chiediamo quindi condivisione per una battaglia a fondo contro la palude burocratica che dilata all’infinito i tempi di decisione e questo senza toccare l’unità del Paese”.
La richiesta si è poi soffermata sui dati che riguardano indagini nazionali sempre molto differenti tra Nord e Sud: “Noi sollecitiamo, in merito alla campagna di falsificazione dei dati in atto, un’operazione verità. Riteniamo indispensabile sviluppare una campagna in questo senso. E’ intollerabile dover ascoltare campagne di aggressione mediatica su affermazioni che decantano parassitismo al Sud e virtù nel Nord, è totalmente falso e non concepibile. Si prendano ad esempio i dati e facciamo i conti con una spesa pubblica pro capite in Italia che è di 16.092 euro, al Centro-Nord di 17.663 e al Sud di 13.000; in Campania, nello specifico, è di 12.000 euro. Cioè un cittadino campano riceve in media 5.000 euro in meno rispetto ad uno del Nord. Nel comparto sanità, tanto per capire dov’è il parassitismo e come si spiega il divario, il Mezzogiorno riceve il 25% di risorse in meno rispetto al Centro-Nord e la Campania il 30% in meno addirittura. Da oggi in poi inviterei, prima di aprire indagini, ad informare i cittadini di quanti posti letti sono distribuiti tra Nord e Sud. Quando parliamo della tenuta dei nostri ospedali e pronto soccorso noi facciamo i conti con dati vergognosi. Il Sud non è la palla di piombo al piede”.
“Siccome Calderoli afferma che il disegno di legge consente a tutti di partire dallo stesso piano – prosegue – io prendo in parola quello che dice. Allora partiamo quando colmiamo il divario di posti letto e risorse del comparto sanitario. La Regione Campania viene derubata ogni anno di 200 milioni di euro. Prima di andare avanti autorizziamo il Sud ad avere stessi posti letto e personale sanitario del Nord. Partiamo con lo stesso livello di spesa pubblica, poi chi è capace produrrà risultati. Così anche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione: abbiamo un terzo in meno di dipendenti, e più vecchio, di enti territoriali rispetto al Centro-Nord. Consentiamo a Comuni, Province e Comunità montane di dotarsi dello stesso numero di dipendenti. Allora diventa comprensibile anche il paragone di bilancio di spesa. Non possiamo andare in guerra chi con le armi termonucleari e chi con le pistole ad acqua. Distinguiamo quali sono i fondi aggiuntivi da mandare al Sud, vediamo il Pnrr che è arrivato solo al 40%. Se vogliamo partire dallo stesso punto risolviamo prima questi problemi”.
Arriva quindi la serie di iniziative del Presidente De Luca, per far partire tutte le Regioni dallo stesso punto di partenza, sintetizzata in quattro punti: “Innanzitutto propongo un’iniziativa rivolta alle Amministrazioni locali, perché una riforma come questa non può non prevedere incontri con Amministrazioni e Regioni. Mi auguro quindi di trovare unità tra istituzioni, e non di partito, e già da oggi invito i colleghi Presidenti a partecipare con noi e a pari titolo a una battaglia per contestare il disegno di legge approvato, per il suo contenuto. La seconda iniziativa riguarda la cultura: ci deve essere una mobilitazione culturale perché il blocco dei Fondi Sviluppo e Coesione blocca la programmazione di eventi culturali, vediamo ciò che accade ai teatri ad esempio, gli artisti hanno bisogno di programmare anche con un anno di anticipo. Una terza iniziativa deve essere rivolta al mondo delle imprese e del lavoro; il delitto che stanno compiendo Meloni e il ministro ‘buio’ Fitto è di proporzioni incalcolabili, rischiamo di perdere 3 anni di tempo senza aprire cantieri e creare lavoro: altro che valorizzare la Nazione, la state facendo morire. Io quando vedo Fitto ho sempre la sensazione di essere davanti ad un prete spretato. Parla bene ma non capisco mai il contenuto di ciò che afferma. La quarta iniziativa, infine, riguarda il tema ‘burocrazia zero’. Vogliamo modernizzare l’Italia e liberare questo Paese dalla palude burocratica che frustra ogni energia positiva e ogni iniziativa imprenditoriale”.
Il Presidente di Regione ha infine annunciato di prepararsi ad un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale nel caso in cui non si dovesse arrivare ad una modifica o integrazione del decreto, non escludendo di scendere anche in piazza: “Viene violato il diritto all’uguaglianza tra i cittadini. Ci prepariamo ad una guerra sul piano istituzionale, giudiziario, su tutti piani per una causa che detta la distruzione dell’Italia. Questa legge – ha rimarcato De Luca – non è per la Nazione ma per il Contro-risorgimento. Siamo a un tornante estremamente delicato della nostra democrazia. Dobbiamo mobilitare tutte le risorse che abbiamo, è in ballo il destino dell’Italia. Se qualcuno al Nord si illude che facendo fallire il destino del Sud vince, si sbaglia. Sarebbe una condanna definitiva per i giovani meridionali. Ancora oggi abbiamo un flusso di migrazione di giovani del Sud costretti ad emigrare. Se va avanti questo decreto di legge, intere generazioni non avranno più prospettive per il futuro. Sono pronto ad accettare qualsiasi sfida e rilancio ancora una volta la sfida per avere un dibattito pubblico. Non sono disposto più ad accettare campagne di falsificazione. Noi non parliamo ogni minuto di Nazione – conclude – ma la Nazione la difendiamo”.