In questi giorni sono tante le riflessioni sollevate dal triste ritrovamento di un feto senza vita, gettato in un secchio vicino alla struttura che ad Auletta ospita il Centro di Accoglienza Straordinaria per migranti in località Lontrano. I Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, dopo aver appurato che a partorirlo in bagno era stata una 25enne nigeriana, hanno denunciato la donna per infanticidio e occultamento di cadavere.
A sollevare dei dubbi sulla vicenda, nelle ultime ore, sono stati i rappresentanti di “Potere al Popolo – Buccino” sostenendo che “numerose persone hanno segnalato la presenza di un viavai di automobili in prossimità del centro d’accoglienza. Uomini che caricano le ragazze per i ‘servizi del sesso’” e chiedendo:”Perché nessuno si è chiesto se questa donna è vittima della tratta di esseri umani a scopi di prostituzione? Tutti in paese sanno che alcuni uomini pagano le ragazze nigeriane per scopi sessuali. E se il bambino fosse di un aulettese?“.
Ad alcune di queste domande ha deciso di rispondere, particolarmente amareggiato, il sindaco Pietro Pessolano, che non ci sta alla probabilità che un pungente dubbio aleggi sull’integrità dei suoi concittadini. “Si è cercato di insinuare che il padre del feto possa essere un aulettese. Qualcuno dovrebbe ritornare a scuola, quando insegnano a contare con le asticelle nei quadratini – afferma il primo cittadino – Dato che la 25enne nigeriana era arrivata a Lontrano da Castel San Lorenzo da circa 2 mesi e considerato che pare fosse alla 25/26^ settimana di gravidanza, mi devono spiegare come possa essere possibile che abbia concepito un figlio con un cittadino di Auletta“. Pessolano, però, sottolinea:”Sulla ragazza pendeva un avviso di diniego eppure la Prefettura l’ha mandata nel centro accoglienza di Auletta“.
Alla domanda sul possibile “viavai di automobili” in località Lontrano o di uomini in cerca di sesso a pagamento, il Sindaco risponde sicuro:”Non credo che in quel posto si verifichino questo genere di cose. Non ho mai ricevuto segnalazioni a riguardo. Se io non ne sono a conoscenza, se le forze dell’ordine, verso cui nutro profonda fiducia, non ne sono a conoscenza, due sono le cose: o non succede tutto ciò oppure chi sa per certo che qualcosa di ambiguo accade è obbligato a denunciare“.
Pessolano fu il primo lo scorso anno, al momento dell’apertura del Centro, ad opporsi all’attività in località Lontrano. “Adesso però non è il momento di sparare sulla croce rossa, – afferma – sarebbe troppo facile. Ma non accetto che si infanghino i miei concittadini che sono tutti persone perbene. Chi lo fa dovrebbe sciacquarsi la bocca“. Il primo cittadino non ha avuto incontri con i rappresentanti della Cooperativa Namastè, che gestisce il Centro a Lontrano, da quando nel luglio scorso si riunirono per evitare trasferimenti di migranti in un’abitazione di località Macchia.
– Chiara Di Miele –
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