Passeggiando nel cortile della Certosa di Padula, patrimonio UNESCO, si notano cumuli di rifiuti gettati e abbandonati a terra.
L’ultimo episodio è accaduto ieri quando una scolaresca siciliana avrebbe lasciato le carte del proprio pranzo a sacco accanto al bar. Purtroppo non si tratta di un episodio isolato, come testimoniato dai commercianti, ma di consuetudine quando sono in visita numerosi gruppi di studenti.Non è soltanto questione di incuria ma di reale impossibilità di gettare i rifiuti in appositi contenitori.
All’interno del sito culturale, infatti, non vi è presenza alcuna di cestini adibiti a raccolta differenziata, pur praticata dal Comune di Padula. Fino a qualche anno fa i commercianti con aziende nel sito certosino ricordano ben quattro cestini all’interno del cortile, oggi neanche uno.
La problematica è riscontrata in primis dalle botteghe del posto ed è stata sottoposta all’attenzione del Comune e della società che gestisce il ritiro della raccolta differenziata ma senza seguito.
Per gli esercizi commerciali è prevista la raccolta dei rifiuti una o due volte a settimana, spesso però il calendario non è rispettato, come testimoniato da alcune attività. Spesso per decoro sono proprio i commercianti ad eliminare tutte le carte abbandonate in prossimità dei loro esercizi.
“Di fatto nessuno raccoglie i rifiuti che occupano i lati del cortile certosino – spiegano i commercianti – Inoltre la società che si occupa della raccolta dei rifiuti avrebbe difficoltà ad inserire dei bidoni in cui le botteghe e il bar possano depositare la spazzatura poiché bisogna individuare un sito in cui posizionarli”.
Questo è stato l’argomento di una riunione tenutasi tra quanti si occupano della gestione della Certosa di Padula ma pare non si sia arrivati ad una decisione finale.
Ad oggi non è noto il motivo per cui siano stati ritirati quei cestini, uno per la carta, l’altro per la plastica, che erano posizionati nel cortile fino a circa tre anni fa.
La loro assenza sta generando episodi di scarso decoro urbano e di mancanza di rispetto nei riguardi del patrimonio culturale.
– Ornella Bonomo –