Si chiama “Big Brother” l’operazione conclusasi questa mattina, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Potenza. I Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, diretti dal Capitano Paolo Cristinziano e supportati da personale del Comando Provinciale di Salerno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. di Potenza nei confronti di 25 persone di cui 8 in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 6 all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Contestualmente è stato eseguito un decreto di fermo emesso dalla DDA potentina nei confronti di altri 5 indagati.
Nel Vallo di Diano, a Biella, Somma Vesuviana e Satriano sono stati raggiunti da misure cautelari e pre-cautelari 30 indagati ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione, cessione e vendita di droga. Il sodalizio criminale aveva la sua base operativa nel Vallo di Diano.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono dagli esiti di una lunga e complessa attività investigativa coordinata dalla DDA di Potenza e condotta con grande professionalità dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sala Consilina che ha permesso di disvelare l’esistenza di un’organizzazione formata in gran parte da cittadini residenti nel Vallo di Diano che gestiva un vasto traffico di ingenti quantitativi di cocaina, marijuana e hashish e che aveva il suo epicentro nell’area valdianese. La base logistica dell’organizzazione, per come emerso dalle indagini, era dislocata ad Atena Lucana, dove il promotore del sodalizio Pietro Paladino e la convivente Gerarda Soccodato coordinavano il traffico di droga dall’interno di un bar ed un residence a loro riconducibili. Si trattava di luoghi dove non solo veniva organizzato il traffico ma anche dove avvenivano le consegne. Le indagini hanno consentito di monitorare in diretta l’operatività dell’organizzazione, il modus operandi, i canali di approvvigionamento, i luoghi di stoccaggio della droga, le fasi di acquisto e vendita della stessa, ma anche di individuare i vari acquirenti.
La cocaina veniva fornita al gruppo criminale da un pregiudicato residente nell’area vesuviana che si occupava, attraverso i corrieri, di consegnarla al bar di Atena Lucana; la fornitura della marijuana invece era di competenza di Vincenzo Petrosino di Sala Consilina che, stabilmente, si occupava di rifornire di stupefacente l’organizzazione con consegne di 1 kg alla volta.
Nel corso delle indagini è emersa l’esistenza di un altro sodalizio criminale collegato al primo e formato da giovani pusher residenti in gran parte a Sala Consilina, raggiunti da un decreto di fermo del Pubblico Ministero. Questi ultimi rappresentavano una realtà indipendente che si occupava della cessione di cocaina nel centro storico della città.
In questo caso, un dato inquietante è che la zona di accesso all’area era caratterizzata dalla continua presenza di vedette che segnalavano ai sodali l’ingresso nel centro storico delle auto di servizio dei carabinieri, non diversamente da quanto avviene in realtà metropolitane più ampie. Per sfuggire ai ripetuti controlli, i pusher nascondevano la droga in alcuni fori ricavati nei muri di abitazioni del centro storico.
Gli appartenenti ai due sodalizi, nel corso delle indagini, hanno dimostrato particolare scaltrezza, molta prudenza e, temendo di essere intercettati, utilizzavano ogni forma di precauzione per sviare gli accertamenti degli investigatori. La cocaina, ad esempio, in molte occasioni, dopo essere giunta ad Atena Lucana, veniva nascosta nei pressi di un residence lungo le strade di campagna per evitare che venisse sequestrata dai militari.
Sempre in riferimento alla prudenza utilizzata dagli arrestati per sfuggire alle indagini, questi, nel corso dei colloqui intercettati, indicavano le quantità di stupefacente facendo riferimento al numero di maglia di calciatori famosi. In pratica, lo spacciatore comprendeva l’entità della richiesta dell’acquirente a seconda del calciatore famoso che veniva richiamato nel corso della conversazione telefonica.
Contestualmente all’esecuzione è stato disposto il sequestro preventivo di un bar e di alcune auto tutte riconducibili al promotore del sodalizio criminale, in quanto utilizzate stabilmente per il perseguimento delle finalità illecite dell’organizzazione. Nel corso delle indagini sono già stati sequestrati circa 10 kg tra cocaina, marijuana ed hashish.
“Il Vallo di Diano è una zona caratterizzata da particolare effervescenza criminale e attiva dal punto di vista economico e laddove c’è circolazione di denaro intensa si annidano gli interessi della criminalità – ha affermato in conferenza stampa il procuratore capo della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio –. Gli acquisti di stupefacente erano sempre significativi, dal kg in poi, smerciati nel Vallo di Diano e non solo. È stato coinvolto nell’indagine anche un consigliere comunale di Sant’Angelo Le Fratte, in carica fino al 2019 (Attilio Laurino, ndr.), che svolgeva attività di pusher per l’organizzazione valdianese. Mi devo veramente complimentare con l’Arma dei Carabinieri che ha dimostrato nel Vallo di Diano di poter svolgere indagini sofisticate. È un’operazione conseguenza di una meticolosa attività che si è sviluppata con controlli, sequestri, intercettazioni, pedinamenti, nonostante la scaltrezza degli indagati”.
Soddisfatto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Salerno, il Colonnello Gianluca Trombetti:“Sono stati impiegati oltre 200 carabinieri, l’elinucleo e le unità cinofile. Il nome dell’operazione deriva dalla scaltrezza degli indagati che ha imposto agli investigatori di trovare ogni modo per scovare le loro mosse. Siamo stati costretti anche a seguirli in aperta campagna e ad intensificare i controlli. Abbiamo ipotizzato un fatturato di un milione e mezzo di euro annui. C’era una rete di spaccio affiancata a quella del traffico che aveva messo sotto scacco il centro di Sala Consilina. Abbiamo restituito alla legalità e ai cittadini una zona centrale in cui è stato incrementato il livello di monitoraggio e per fortuna grazie al lavoro fatto oggi è stata debellata. La nostra attenzione deve rimanere alta perché ipotizziamo che il fenomeno possa prendere piede in altre forme”.
“C’è una sinergia forte tra noi e la Procura di Potenza – ha spiegato il Capitano Paolo Cristinziano, Comandante della Compagnia di Sala Consilina – Ringrazio il Comandante Provinciale che ci segue quando abbiamo bisogno di aumentare i numeri per il controllo del territorio. Abbiamo dovuto ampliare il raggio dei nostri occhi ad Atena Lucana, dove ci siamo resi conto che il promotore, comprendendo che qualcosa non andava, ha iniziato a modificare il modus operandi inventando una cessione itinerante nelle campagne. Anche per entrare nel centro storico di Sala Consilina è stato difficile senza essere notati e segnalati, ma siamo riusciti a capire le modalità di occultamento della droga che veniva nascosta nei fori praticati in alcuni muri delle abitazioni”.
Presenti alla conferenza stampa anche il Tenente Martino Galgano, Comandante del Nucleo Operativo della Compagnia di Sala Consilina, e il sostituto procuratore della DDA di Potenza, Vincenzo Montemurro.
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