Il Comitato del Comparto Turistico Ricettivo e delle attività Commerciali si unisce all’appello che in questi giorni sta unendo diversi Enti e associazioni circa l’Alta Velocità che, secondo un recente progetto di Rfi, potrebbe attraversare anche il Vallo di Diano.
I componenti hanno inviato una missiva ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il Sud e la coesione territoriale, per gli Affari regionali e le autonomie, all’onorevole Marzia Ferraioli, al senatore Gianni Pittella, al senatore Francesco Castiello, all’AD di Rfi Vera Fiorani, a Vincenzo De Luca, ai consiglieri regionali Tommaso Pellegrino e Corrado Matera, al Presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese e al Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Francesco Cavallone.
Rfi, occorre ricordare, ha presentato il tracciato di Alta Velocità/Alta Capacità Salerno Reggio Calabria. La linea Salerno-Praia attraverserebbe il Vallo di Diano. Una possibilità che sta creando notevole dibattito e che potrebbe significare una boccata d’ossigeno per lo sviluppo economico e turistico.
“E’ necessario che tale missione venga portata a compimento – scrive il Comitato – questo territorio comprende un bacino di quasi centomila abitanti, in una posizione geografica di cerniera tra la Campania, la Basilicata e la Calabria. Storicamente con la via Annia-Popilia era il territorio d’obbligo non solo per chi voleva percorrere l’Italia da Nord a Sud, ma anche per chi dal Tirreno voleva recarsi nelle Puglie. Il Vallo di Diano ha conservato questa dedizione storica alla connessione delle varie anime d’Italia dall’Antica Roma sino alla fondazione della Repubblica Italiana e anche con l’avvento delle strade ferrate tale ruolo non può che essere riconosciuto dalla costruzione delle tratte ferroviarie Sicignano-Lagonegro e Calabro-Lucana. Tutto ha rappresentato sviluppo, incremento della popolazione e dei commerci, interconnessione delle aree interne, avvicinamento e fratellanza tra le diverse aree geografiche del Sud Italia. In altre parole, grazie alle Ferrovie il Vallo di Diano aveva un ruolo vivo all’interno dell’assetto territoriale dell’intera Nazione italiana. Purtroppo, una visione (si consenta) mediocre dell’importanza della connettibilità dei territori ha comportato la chiusura di entrambe le tratte”.
Secondo i componenti del Comitato “non è neanche il caso di ricordare che un territorio non connesso e di per sé ‘lontano’ ed un territorio lontano si abbandona a sé stesso, si svuota, muore. Il Vallo di Diano, dati alla mano, negli ultimi 30 anni di vita repubblicana ha perso non meno del 30% della propria popolazione residente. Ciò è derivato principalmente da questa denunciata lontananza del territorio. L’inizio della decadenza di questo territorio, non a caso, è coinciso con la chiusura delle tratte ferrate. Chiaro, quindi, il rinnovato entusiasmo con cui è stata appresa la notizia. Ciò è indice di intelligenza dei protagonisti di tale opera a venire, di attenzione ai territori, di presa a cuore del giusto raggiungimento dei fini e delle missioni preposte. Tra l’altro, l’attenzione alle aree interne è azione in linea con gli ultimi dettami di sviluppo richiesti dall’Unione Europea, trasfusi in concrete azioni di governo di carattere regionale da parte degli Amministratori più illuminati delle Regioni del Sud Italia”.
Il Comitato infine garantisce a tutti i destinatari della missiva “la massima collaborazione istituzionale e partecipativa al fine di procedere alla realizzazione della nuova tratta ferroviaria garantendo le giuste e consentite partecipazioni nelle sedi istituzionali affinchè ogni ostacolo di ordine burocratico venga superato nel più breve tempo possibile, così come garantisce il medesimo impegno al fine di promuovere la realizzazione di un’unica stazione territoriale prevedendo l’interscambio con la Sicignano-Lagonegro da ripristinare al traffico commerciale, rappresentando che lo snodo a crearsi sarebbe sicuramente utile e funzionale ad una eventuale espansione delle mete ferroviarie verso le zone della Lucania e delle Puglie, che rappresenterebbe un giusto compimento di quella rappresentata attenzione allo sviluppo delle aree interne”.
– Claudia Monaco –