È incessante il lavoro delle Forze dell’Ordine, dei soccorritori e dei volontari che ormai da 2 giorni operano nel Golfo di Policastro a causa dell’alluvione che nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 novembre ha letteralmente messo in ginocchio l’intero territorio.
Numerose sono state, infatti, le richieste di aiuto provenienti dai tre comuni più colpiti dal temporale, Santa Marina, Ispani e Vibonati, travolti da una vera e propria bomba d’acqua. Notevoli i danni al sistema elettrico che nella giornata di ieri ha privato diverse abitazioni dell’elettricità. Ma molte criticità sono state rilevate anche al sistema idrico, come accaduto nel comune di Vibonati nelle località Carbone, Cannicelle e zone limitrofe dove è completamente saltata la condotta.
Diversi dunque gli interventi dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Policastro Bussentino che senza sosta, da 48 ore, perlustrano l’intero territorio. Solo nel corso della giornata odierna sono stati oltre 10 gli interventi effettuati presso diverse case invase dal fango e dai detriti.
Tra queste anche un’abitazione situata in località Serriere, nella frazione costiera di Capitello, una delle zone più colpite dall’alluvione, completamente ricoperta dalle pietre e dal fango. Fortunatamente i proprietari di casa non erano presenti al momento dell’alluvione ma da parte dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Policastro Bussentino è scattata subito la disposizione di inagibilità della struttura.
Gravi danni, neanche a dirlo, sono stati rilevati anche presso la sede proprio dei Vigili del Fuoco, presente nella frazione costiera di Policastro Bussentino. Quest’ultima infatti è stata invasa da circa 2 metri d’acqua, causando la perdita di molte attrezzature necessarie e fondamentali per i diversi interventi richiesti.
“Stiamo lavorando incessantemente da diversi giorni – dichiarano i Vigili del Fuoco – nonostante la nostra strumentazione sia andata completamente distrutta. Nonostante ciò siamo intervenuti in qualsiasi momento e situazione, anche particolarmente complicata“.
– Maria Emilia Cobucci –