Non cadono le foglie dalle piante che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione e in giro ci sono ancora mosche e zanzare a testimoniare un autunno bollente che ha fatto scattare di nuovo l’allarme siccità. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione del gran caldo anomalo su tutta la penisola in un 2022 che si classifica, tra l’altro, fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96) rispetto alla media storica. Si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 pur se più violente, secondo Isac Cnr, nei primi 9 mesi dell’anno.
“Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie – afferma Coldiretti – l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature. Fatto ancora più grave è che le gemme che fioriranno anticipatamente, destinate a gelare, verranno a mancare in primavera diminuendo il potenziale produttivo delle coltivazioni e quindi il raccolto. Le fioriture anomale, fuori periodo, causano anche problemi alle persone allergiche ai pollini, provocando allergie e raffreddori non previsti. Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. Inoltre, se l’inverno non dovesse essere sufficientemente freddo aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si presenterebbero più numerosi e dannosi in primavera”.
Le condizioni metereologiche quasi estive all’inizio dell’autunno, con la cosiddetta ottobrata, non sono un fenomeno raro ma quest’anno si inseriscono in una quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico che si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi e l’arrivo di insetti che colpiscono le colture con un danno complessivo nelle campagne stimato in 14 miliardi in un decennio. Gli eventi estremi hanno provocato danni in agricoltura che superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale secondo quanto stimato da Coldiretti in riferimento all’analisi di Bankitalia sugli effetti del cambiamento climatico in agricoltura, che è uno dei settori più esposti con effetti sul Pil.
“In Italia dall’inizio dell’anno gli eventi estremi fra siccità, nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, bufere di vento e tornado – continua – che hanno provocato danni e vittime sono cresciuti del +42%. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali sono a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. L’agricoltura è l’attività economica che, più di tutte le altre, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. “Per questo servono – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana”.