La Coldiretti lancia un importante allarme sulla perdita della biodiversità in Italia, un pericolo per i produttori e per i consumatori.
Dai dati raccolti dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) nel rapporto dal titolo “Stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura” in cui sono analizzate le condizioni di piante, animali e microrganismi che sostengono gli alimenti e la produzione agricola, si è visto che su circa 4.000 specie di piante, pesci e mammiferi, il 24% sta scomparendo in 91 Paesi esaminati, tra cui l’Italia.
Nello specifico, Coldiretti precisa che “in Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa“. L’allarme riguarda anche le specie animali, infatti l’Italia negli ultimi 10 anni ha assistito alla perdita di 1,7 milioni di capi.
La Campania ha il record di biodiversità vegetale. Alcuni frutti, soprattutto antiche varietà di mele, pere e albicocche, sono andati perduti, ma sono stati avviati progetti per recuperare varietà tradizionali a rischio di estinzione come per esempio il Pomodoro San Marzano, il Fagiolo Cannellino, la Mela Martina, il Persechiello, l’antico grano Senatore Cappelli, un lavoro che vede protagoniste anche “aziende custodi” che hanno sviluppato micro-filiere di prodotti tradizionali e recuperato varietà tradizionali ed ecotipi campani.
“Tutelare la biodiversità agricola significa tutelare il patrimonio alimentare, culturale e ambientale del made in Italy – spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Salerno – L’agricoltura salernitana è tra la più green d’Europa con un numero tra i più elevati di prodotti a denominazione di origine DOP e IGP. L’azione di recupero della biodiversità che si sta facendo in questi anni è merito anche dei nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica che hanno scongiurato il rischio di estinzione di numerose produzioni“.
– Rosanna Raimondo –