Nei giorni scorsi è stato eseguito presso il Laboratorio di Cardiologia Interventistica dell’ospedale “San Luca” la prima chiusura del Forame Ovale Pervio su una paziente 64enne.
Il Forame Ovale Pervio è un’anomalia cardiaca, presente fin dalla nascita, caratterizzata dall’anomala persistenza di una piccola comunicazione fra l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore, a livello di una zona definita “fossa ovale”, per la mancata chiusura che normalmente si verifica entro il primo anno di vita. Il FOP è spesso riferito come “un forellino” in realtà è un “mancato accollamento di due membrane embrionarie”.
La persistenza di comunicazione tra i due atri oltre il primo anno di vita può rappresentare un fattore di rischio per ictus in giovane età. E’ una condizione estremamente frequente in età adulta (circa 25% della popolazione). Il riscontro è spesso occasionale: tuttavia, in una piccola quota di pazienti è possibile lo sviluppo di fenomeni di embolia paradossa con conseguenti eventi ischemici cerebrali sintomatici, in seguito ai quali si scopre la presenza di un PFO. Tale fenomeno è legato al passaggio improprio di piccoli materiali trombotici, gassosi o di altra natura dalle porzioni destre a quelle sinistre cardiache con conseguente immissione nel circolo sistemico.
Oggi è possibile trattare il FOP per via percutanea con un particolare device, meglio conosciuto come “ombrellino” che viene applicato attraverso delle sonde inserite nel cuore tramite una puntura della vena femorale a livello dell’inguine, in anestesia locale. La procedura presenta minori rischi se comparata alla cardiochirurgia tradizionale.
La procedura è stata eseguita dal dottore Valentino Ducceschi coadiuvato dalle cardiologhe dell’ UTIC-Cardiologia, la dottoressa Gisberta Chiorazzo e la dottoressa Angela Venuti, dall’anestesista rianimatore Michele Bosco alla presenza del dottore Antonio Aloia , Direttore UTIC-Cardiologia, e del personale tecnico-professionale: il caposala Tonino Elia, gli infermieri professionali Giovanni Manganiello e Lucio Carotenuto ed i tecnici Antonio Di Lascio e Aniello Carbone della Cardiologia Interventistica.