Questa mattina, nel quadriportico del Duomo di Salerno, si è tenuta una breve cerimonia all’aperto di commemorazione in ricordo del sacrificio del dottor Giovanni Palatucci, penultimo Questore della città di Fiume che, dal novembre del 1937, salvò dalla deportazione migliaia di perseguitati, per lo più Ebrei. Il Funzionario di Polizia favorì la fuga all’estero e l’instradamento nei centri italiani, meno esposti alle leggi razziali, di migliaia di persone. Molti vennero inviati nella città di Campagna, dove era Vescovo suo zio, Mons. Giuseppe Maria Palatucci.
La cerimonia è stata contraddistinta dalla piantumazione di un ulivo, posizionato nel quadriportico del Duomo di Salerno, e dal disvelo di una targa in memoria di Giovanni Palatucci. Alla cerimonia hanno partecipato: il Prefetto della provincia di Salerno, Francesco Russo; il Questore della provincia di Salerno, Maurizio Ficarra; il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Colonnello Gianluca Trombetti; il rappresentante del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Carlo Simoncini; il Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno, Capitano di Vascello Daniele di Guardo; i rappresentanti delle altre Istituzioni e delle Forze di Polizia.
Hanno presenziato, inoltre, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato ed il Comitato Giovanni Palatucci di Campagna, che, unitamente all’Associazione nazionale “ONLUS” Giovanni Palatucci, presente con un delegato, che, con finalità d’intenti, promuovono la memoria del martire irpino.
La commemorazione è stata celebrata in concomitanza della “Giornata dei Giusti dell’umanità“, istituita con la legge 20 dicembre 2017 n. 212 e “dedicata a mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani“.
Un trombettiere ha scandito i momenti salienti della cerimonia.
Il Commissario Giovanni Palatucci ha continuato la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano fino all’arresto da parte della Gestapo ed alla sua deportazione nel campo di sterminio di Dachau, ove ha sacrificato la propria giovane vita, il 10 febbraio 1945. Gli è stata conferita, alla memoria, la medaglia d’oro al merito civile, il 15 maggio 1995.
Il Questore di Salerno, Maurizio Ficarra, nel ringraziare il Vescovo, il Prefetto e le autorità civili e militari intervenute, ha voluto sottolineare la figura ed il valore del funzionario di polizia che non si è piegato alle leggi razziali, “quel Giovanni Palatucci, Funzionario di Polizia che, all’atto del suo arresto, dinanzi ai gerarchi nazisti affermò ‘in materia di dirittura morale io rendo contro alla mia coscienza che è il giudice più severo immaginabile e, se necessario, ai miei superiori gerarchici’“.
Concludendo il suo intervento, il Questore ha ribadito la necessità di non dimenticare ciò che è stato l’olocausto, perché come detto da Primo Levi: “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo“.