Tanta paura ma la volontà di raccontare precisamente cosa è accaduto lo scorso 5 gennaio all’ospedale “Ruggi” di Salerno.
Questi i sentimenti di Luciano Simeone, il vigilante aggredito da un extracomunitario al Pronto Soccorso. L’uomo, come riporta “Il Mattino” è ancora sotto choc e dovrà probabilmente sottoporsi ad un‘operazione ma non nutre rancore.
“Sono stato colpito da una persona disperata – racconta – Disperata come ce ne sono tante. Non da un extracomunitario o un presunto terrorista. Gridava Allah come noi gridiamo ‘Dio mio’ in una situazione di dolore. Di sicuro non aveva cinture esplosive o armi. Aveva gli occhi sbarrati, stava male ma non era grave. Dopo qualche minuto ho sentito delle urla, esco dalla mia postazione e vedo gente che scappa. Raggiungo la sala, il ragazzo è nel bagno. Cerco di calmarlo, lui vuole rinchiudersi dentro. Non parla italiano. Arriva il mio collega, in casi del genere si opera sempre in due. Cerchiamo ancora di calmarlo, lui prende lo specchio e il mio collega lo stringe per evitare guai. Nasce una colluttazione. Non so nemmeno come e ci ritroviamo a terra. Il paziente grida ‘Allah’ più volte. Solo Allah, come molti cattolici gridano Dio o Gesù. È fuori di sé e disperato. Cinque minuti di caos, poi è stato portato via”.
L’episodio, occorre ricordare, ha generato dure reazioni dal mondo della politica con alcune interrogazioni parlamentari rivolte al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
“Non si deve mai perdere l’umanità. Sono cattolico e le persone restano uguali – continua il vigilante – Sono contrario agli estremismi ma anche alle generalizzazioni. Mi ha aggredito un povero disgraziato come me. Ho trovato la forza di raccontare soprattutto dopo aver percepito una psicosi che si stava scatenando leggendo le reazioni su internet”.
– Claudia Monaco –
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