È morto oggi il cantautore Paolo Pietrangeli, 76enne romano che negli anni Sessanta iniziò a comporre canzoni a sfondo socio-politico, inserendosi ben presto nel filone della canzone di protesta di sinistra. In quel clima politico, il cantautore arrivò a Sanza, in quel “piccolo paese del Meridione di cui non ricordo il nome”. Nel paese valdianese la rivoluzione studentesca e lo spirito di aggregazione politica trovavano le loro rappresentazioni nelle Feste dell’Unità che si sono svolte interrottamente dal 1973 fino agli anni ’80.
Tra il 1977 e il 1978 Pietrangeli fu chiamato ad esibirsi a Sanza e rimase particolarmente colpito dalla popolazione che lo accolse calorosamente e volle conoscere perciò la storia politica del paese. Gli fu raccontato che l’Amministrazione in carica, guidata da Gennaro Bonomo e di ispirazione comunista, aveva rivalutato fatti storici accaduti nel 1943 quando un gruppo di cittadini sanzesi aveva portato in trionfo fino al Comune con la bandiera rossa il concittadino Tommaso Ciorciari per proclamarlo Commissario del popolo.
Paolo Pietrangeli volle cristallizzare quegli spaccati di moti popolari e fermenti politici con la composizione della canzone “Sanza”, brano dell’album “Festa D’Aprile – Canzoni d’autore su resistenza ed ingiustizie sociali / Vieni O Maggio – Canzoni d’autore sul lavoro”.
“Sanza” rievoca i fatti del ’43 e racconta come siano stati la radice dalla quale poi nel 1975 un’Amministrazione di sinistra riuscì a conquistare il Comune dopo 20 anni di Democrazia Cristiana, utilizzando come simbolo Garibaldi.
“Il paese Sanza nome ha scavato sotto al fiume soffia il vento la notizia che c’è un uomo nella lista
e quell’uomo porta il nome nel paese senza nome porta il nome del coraggio di quel vecchio morto saggio
del coraggio e del rispetto nel ricordo di quel fatto”.
La fama di Paolo Pietrangeli si deve soprattutto alla canzone “Contessa”, vera e propria colonna sonora del ’68 italiano.