Venne raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre si recava al mercato ittico: dopo quattro anni il Tribunale di Salerno assolve 4 persone per non aver commesso il fatto.
I fatti risalgono al 2017: l’imprenditore Augusto Ferrigno denunciò di essere stato raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre si recava al mercato ittico alla guida della propria Audi Q7 nei pressi della rotonda di Campolongo. In seguito ad una lunga attività di indagine furono individuate e sottoposte agli arresti domiciliari 4 persone: Gianni Mauro di Capaccio, Biagio Lammardo di Sala Consilina, Donato Cataldo e Massimo Squillante di Sarno, assolti dall’accusa di tentata estorsione aggravata da metodo mafioso.
Le motivazioni arriveranno tra novanta giorni. Secondo le ipotesi investigative l’imprenditore Gianni Mauro, titolare di un banco ittico era intenzionato ad assicurarsi il monopolio nel mercato di Salerno e avrebbe assoldato così il commando punitivo composto da Biagio Lammardo, Donato Cataldo e Massimo Squillante (presunto fornitore delle armi).
“Nell’intera vicenda – dice l’avvocato Nicola Pellegrino, difensore di Lammardo Biagio insieme all’avvocato Luigi Arnone – ho potuto constatare la dignità e la correttezza con cui il Lammardo ha affrontato la drammatica esperienza giudiziaria. Non ha mai rilasciato dichiarazioni pubbliche e si è sempre estraniato dalle polemiche, decidendo di difendersi nel processo, come sempre dovrebbe essere. E’ stato un processo lungo ed estremamente complesso e, proprio per questo, professionalmente stimolante. La sentenza restituisce ad un ragazzo serio e onesto la serenità che merita. Lo scandalo di quella che venne definita ombra della camorra al mercato ittico di Salerno sottopose alla gogna mediatica il Lammardo e gli altri coimputati. Purtroppo occorre constatare, ancora una volta, che le notizie di cronaca giudiziaria spesso vengono strumentalizzate e rimangono incuranti delle sofferenze di chi ne è suo malgrado protagonista. Per questo oggi esprimiamo grande soddisfazione per il risultato ottenuto. Bisogna continuare a nutrire fiducia nella giustizia e nel suo corso. La sentenza del Tribunale di Salerno ha consentito di ritrovare la fiducia nel sistema giudiziario”.
Nell’ambito di questa inchiesta anche il coinvolgimento di due carabinieri che, secondo l’accusa, avrebbero fornito informazioni riservate. Per tale filone di indagine, il Tribunale ha ritenuto responsabili i due carabinieri comminando una condanna di 7 mesi di reclusione per uno e di un anno per un altro. Condanna in concorso di 2 anni e dieci mesi di reclusione applicata anche a Gianni Mauro.