“Attendiamo fiduciosi la verità e ci auguriamo che finisca il massacro mediatico in atto perché offende ed indigna. Nessuna persona è definibile per sottrazione! E nessuna persona può essere condannata senza un giusto processo che si fondi sulla verità”.
È quanto sostenuto dalla dirigenza del Liceo “Gatto” di Agropoli all’indomani dell’omicidio di Capaccio-Paestum che vede coinvolta una studentessa che frequenta l’indirizzo Classico.
“La nostra scuola ha vissuto e sta vivendo un momento difficile, di profondo dolore, ma anche di condivisione di sentimenti, di emozioni, di riflessioni – le parole della dirigente Anna Vassallo – La sofferenza per la nostra studentessa ci avvicina e ci tiene uniti a darci forza e speranza. Nei giorni scorsi siamo stati letteralmente assediati da giornalisti in cerca della notizia bomba, di quella ad effetto speciale che potesse aumentare l’audience a dismisura. Ed è così che, come sempre accade, un dramma umano ha assunto i toni e i colori dello spettacolo! Quanti dibattiti, discussioni, pareri di illustrissimi esperti, ipotesi e tesi su cui argomentare in modo acceso e, spesso, irriverente”.
“Irriverenza ed indifferenza: parole cattive per offendere, per suscitare odio e indignazione, per allestire tribunali, giudicare, sanzionare e condannare. Senza appello! – aggiunge – La nostra comunità, studenti, docenti, personale scolastico, ha scelto il silenzio in segno di rispetto per la famiglia e per il dramma che stava vivendo perché la nostra studentessa non è solo quel gesto drammatico ed incomprensibile, ma è anche figlia, compagna, amica: una ragazza splendida, educata, gentile, studiosa, al quarto anno del Liceo Classico. La scuola insegna ai ragazzi a saper andare oltre l’apparenza, ad indagare i fatti, ad analizzare gli eventi con pensiero critico, a maturare un’opinione personale ragionando e riflettendo con il cuore e con la mente, invitandoli sempre a non essere superficiali e a non seguire le logiche, spesso distruttive, del pensiero social massificato, violento, prevaricante”.
“Abbiamo deciso, unanimi, di rompere il silenzio per dare voce ai nostri pensieri – è il monito conclusivo della dirigenza – Ciò che è accaduto, nella sua tragicità, non può essere dimenticato o accantonato in un angolo buio della memoria. La comunità scolastica è chiamata ad interrogarsi, a riflettere sul ruolo della scuola, della famiglia, della società tutta. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di costruire sinergie educative per farci carico delle problematiche dei nostri ragazzi, allargando lo sguardo sul loro universo interiore, su quelle fragilità sommerse, spesso dissimulate dietro il dover essere forti in una società in cui raccontare la propria anima o il malessere che la tormenta diventa segno di debolezza. Forse lei attraversava un momento di fragilità e non ha trovato le parole per saperlo raccontare. Noi siamo vicini a lei e alla sua famiglia. Addolorati per la morte della nonna, angosciati per lei e per il suo futuro. Ha solo 16 anni. Non conosciamo i fatti violenti in cui è stata travolta, ma la ricordiamo, bella e sorridente, tra i banchi di scuola”.
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