Il Consiglio comunale di Ottati si è espresso di recente in merito all’emergenza migranti e alle misure da adottare nel caso alcuni di questi venissero assegnati al Comune guidato dal sindaco Eduardo Doddato. E’ emersa la volontà di voler prestare accoglienza nell’ambito della proposta dell’ANCI che prevede 2,5 migranti ogni 1000 abitanti. La Prefettura, nel frattempo, ha comunicato al primo cittadino che sarebbe in corso l’assegnazione di alcuni migranti ad Ottati a seguito della richiesta di privati e così la Giunta ha valutato opportuno aderire al Progetto SPRAR e attivare la “clausola di salvaguardia”.
“Nell’ottobre scorso ho saputo che alcuni figli di ottatesi hanno richiesto di ospitare migranti in un loro immobile ad Ottati – ci spiega Doddato – e l’iniziativa ha fatto il suo corso senza che io come Sindaco potessi intervenire, se non ascoltando gli umori della gente”.
“Siamo convinti – continua il sindaco di Ottati – che molti disagi legati all’accoglienza dei migranti in Italia siano determinati dal fatto che non si tratta di interventi sociali ma di business. Per questo abbiamo deciso di aderire al progetto SPRAR, così scattano le misure di salvaguardia e la Prefettura sospende tutte le richieste di accoglienza fatte dai privati”.
In questa fase, dunque, dovrebbe essere sospesa l’accoglienza di stranieri ad Ottati da parte di associazioni e soggetti privati e all’Amministrazione dovrebbe essere concessa l’opportunità di presentare entro il 30 marzo un progetto completo di accoglienza. “Questo – conclude Doddato – comporta un ribaltamento dell’accoglienza, perché si guarda al sociale, dato che il Comune non deve produrre utile, e i vantaggi che comunque comporta questo tipo di inserimento restano alla popolazione che accoglie, dato che ci sarà implementazione scolastica e dei migranti si occuperanno persone di Ottati. Così si metterà in moto un percorso virtuoso e oltretutto noi abbiamo scelto di ospitare famiglie con bambini. Se migrazione obbligatoria ci deve essere, è giusto che questa venga gestita esclusivamente dai Comuni e non da chi vuole ricavarne un profitto”.
– Chiara Di Miele –
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