Si è tenuta nei giorni scorsi una tavola rotonda organizzata dall’Associazione di Genitori e Giovani Diabetici della Basilicata, con il patrocinio di Associazione Genitori Diabetici Italia e la collaborazione dell’Ufficio del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, presso la sala A del Consiglio regionale della Basilicata, a cui hanno preso parte diversi professionisti del mondo sanitario, attori scolastici che hanno portato le loro esperienze personali.
Sebbene i pazienti affetti dal diabete di Tipo 1 (malattia autoimmune), non richiedano necessariamente la presenza e l’ausilio costante di personale sanitario, è indispensabile però che, in particolare in contesti scolastici e sportivi, si conosca la malattia, quali i rischi e gli accorgimenti per prevenirli, e quali sono le procedure da attuare in caso di eventuale emergenza.
“Era necessario incontrarsi per discutere una serie di problematiche che ancora oggi interessano la scuola – ha affermato Angela Possidente, presidente dell’Associazione di Genitori e Giovani Diabetici della Basilicata – tra questi l’anticipo o il posticipo della merenda, piuttosto che la partecipazione a gite scolastiche, talvolta l’esclusione da tornei sportivi. In alcuni casi i diabetici di Tipo 1 vengono esclusi anche dalle mense scolastiche non perché abbiano bisogno di diete particolari, bensì perché manca personale disposto ad aiutarli in una serie di accorgimenti da adottare come la somministrazione dell’insulina, conta dei carboidrati e controllo della glicemia”.
Diverse sono state le testimonianze attraverso delle lettere di genitori e una bambina diabetica che ha raccontato la sua esperienza a scuola, il suo sentirsi diversa, e talvolta la rabbia di non essere compresa, quando il solo parlare e confrontarsi con la classe sarebbe servito a non essere più guardata in modo diverso.
“Quello che serve è incontrarci e fare rete – ha dichiarato la dottoressa Primola, psicologa e psicoterapeuta – ognuno con le sue competenze, avendo sempre come punto di riferimento la salute del bambino o ragazzo. Ci sono dei processi emotivi sconvolgenti, che non si esauriscono dopo mesi o anni, ma evolvono con la crescita e i cambiamenti”.
Il dottor Citro, referente di Associazione Genitori e Giovani Diabetici Basilicata e responsabile dell’Unità di Diabetologia Endocrinologia dell’Azienda Sanitaria di Potenza ha affermato che “uno dei problemi dei pazienti in età evolutiva è proprio l’inserimento scolastico. Si tratta di una patologia a bassa prevalenza, casi piuttosto rari ma che necessitano di una terapia che richiede alcune conoscenze e delle competenze, di cui quasi mai il personale scolastico è fornito. Riscontriamo ancora, infatti, una serie di resistenze legate al fatto di alcune esecuzioni tecniche, che ci auguriamo di poter superare non solo con la mera applicazione del protocollo d’intesa ma attuando momenti formativi al personale docente e non docente”.
Il Protocollo stipulato tra l’Ufficio Scolastico e le aziende sanitarie, all’interno del progetto “A scuola con il diabete di tipo 1”, prevede infatti l’informazione e la formazione del personale scolastico affinché acquisisca delle nozioni tecniche minimali, che oggi sono peraltro favorite dall’introduzione di sempre nuove tecnologie che consentono la trasmissione dei dati relativi al controllo glicemico e dell’iniezione di insulina, direttamente sullo smartphone dei genitori. Lo scopo è quello di favorire l’inserimento del bambino nella scuola superando le scarse conoscenze, a volte i luoghi comuni, in maniera da favorire un percorso scolastico identico a quello di un ragazzo non affetto da Diabete 1.
La tavola rotonda è stato un momento intenso e partecipato di confronto, e ha aperto ad una più stretta collaborazione tra Associazioni, Azienda Sanitaria di Potenza, Ministero dell’Istruzione e Garante per l’infanzia e l’Adolescenza.
– Claudia Monaco –