Dopo oltre 18 anni alla guida della parrocchia dell’Immacolata di Sapri, don Nicola Romano (che a luglio scorso è arrivato a 52 anni di sacerdozio) lascia il posto a don Raffaele Brusco.
Ordinato sacerdote nell’aprile 2013, don Raffaele, 37enne di Vibonati, saluta le parrocchie di San Nicola di Bari e di San Giovanni Battista a Roccagloriosa e s’insedia come nuova guida dei fedeli di Sapri.
Centinaia di persone hanno riempito Piazza Plebiscito. L’altare è stato allestito sul sagrato con la presenza delle statue del patrono San Vito Martire e della Vergine Immacolata. Presenti anche due striscioni: “Grazie, don Nicola!” e “Benvenuto, don Raf!” realizzati dai giovani animatori dell’Oratorio “San Gaspare Bertoni”.
La Santa Messa è stata concelebrata dal Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, S.E. Monsignor Antonio De Luca, da don Nicola, da don Raffaele, da don Enzo Morabito, parroco di San Giovanni Battista a Sapri, da don Martino Romano, parroco di Vibonati e Villammare e con la partecipazione di numerosi sacerdoti di tutto il Basso Cilento. In prima fila le istituzioni: il sindaco di Sapri Antonio Gentile, il Comandante della Polizia Locale Antonio Abbadessa, il sindaco di Vibonati Manuel Borrelli e l’assessore di Roccagloriosa Anna Maria Felicia Nardo.
“Se fare esperienza di Gesù significa per noi essere veramente liberi, questa libertà, stasera, non può che tradursi in un sentimento di profonda gratitudine”, ha sottolineato don Raffaele rivolto alla folla e più volte interrotto dagli applausi.
La voce del giovane parroco si è incrinata quando ha ringraziato le comunità di Vibonati e Roccagloriosa (“un grazie proprio di un figlio verso chi lo ha generato alla fede”) per rompersi e liberare la commozione nell’esprimere gratitudine alla famiglia ed all’amata madre “che in questo tempo così difficile, dall’alto della cattedra della sofferenza, ci sta insegnando cosa voglia dire saper portare con coraggio ed umiltà la propria croce sapendo di non essere soli”.
Quindi l’appello ai sapresi: “Come bravi spigolatori possiamo rimboccarci le maniche e ripartire raccogliendo quello che questa pandemia orrenda ha lasciato nei campi della nostra umanità. Iniziamo a camminare l’uno accanto all’altro”.