Si è tenuta questa mattina a Sanza la celebrazione dei 162 anni dalla morte di Carlo Pisacane, caduto in una rivolta popolare durante la Spedizione di Sapri del 1857, per mano del vice capo urbano Sabino Laveglia.
La giornata è iniziata con la deposizione di una corona di alloro al cippo in onore di Pisacane in contrada Salemme, sulle note del trombettiere Giuseppe Fiscina.
Tra i presenti lo storico Felice Fusco, il vicesindaco Toni Lettieri, il consigliere Antonio Citera, il Presidente della Associazione SApieNZA Pasquale Citera e il Presidente della sezione Combattenti di Sanza Attilio De Lisa.
“Stiamo avvertendo un ritorno alla lettura distorta della Spedizione di Pisacane – commenta il vicesindaco -. Per noi è un martire. La sua spedizione va valorizzata e studiata nelle scuole per innestare una coscienza europea ed italiana”.
Si è parlato poi della diatriba avvenuta durante il convegno “Sanza, la sentinella del sud” tra i neo borbonici, l’Amministrazione comunale e altri studiosi.
“È giusto che noi sanzesi ricordiamo Pisacane. Il revisionismo proposto dai neo borbonici si avvicina al negazionismo, che definirei ottuso – dichiara Felice Fusco -. Circa 80 seguaci di Pisacane arrivarono a Sanza e si scontrarono con le guardie urbane, non con il popolo che stava onorando la Madonna delle Grazie. Non fu il clero ad aizzare il popolo, sebbene si diffuse questa voce probabilmente per pretendere una retribuzione da parte dei Borbone. Questo cippo fu inaugurato nel 1904 alla presenza di un nipote di Pisacane”.
Per la serata è prevista una manifestazione teatrale dal titolo “Ballata di Pisacane “, sulle note di Pino Pinto e i testi di Annamaria Gallo.
– Ornella Bonomo –