È stato scelto il Vallo di Diano per il Meeting annuale interregionale dell’Associazione Allevatori Campania e Molise organizzato insieme alla Coldiretti nell’azienda agricola Formentin di San Pietro al Tanagro.
La mattinata è iniziata con un momento tecnico che ha visto la partecipazione degli studenti del 3° e 4° anno della Facoltà di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli. I ragazzi hanno valutato 5 vacche Frisone per le caratteristiche fisiche che determinano la produzione, ovvero l’attacco mammario, l’apertura del costato, la morfologia degli arti.
“Rilevare i dati produttivi e qualitativi del latte, eseguire controlli funzionali e gestire il libro genealogico sono i passi necessari per gestire al meglio un allevamento e determinare le migliorie da apportare”, ha sottolineato Massimo Neri, valutatore esperto dell’Associazione nazionale.
“Siamo in una terribile guerra economica, ma come possiamo fare? La soluzione è imporci di andare avanti insieme oltre la resilienza. – commenta Augusto Calbi, Direttore Associazione Allevatori della Campania e del Molise – Il rapporto con le associazioni di categoria è un’opportunità per gli allevatori, per questo siamo qui”.
Non ha mancato di rimarcare la necessità di collaborazione e unione pure il Presidente dell’Associazione Allevatori della Campania e del Molise Davide Minicozzi.
Il professore Martino Cassandro, Direttore ANAFIBJ (Associazione Nazionale Allevatori razze Frisone Brune e Jersey Italiane) ha approfondito gli aspetti della selezione olistica della vacca da latte.
“L’approccio olistico vuol dire avere una visione di insieme guardando all’evoluzione. Se negli anni ’70 si puntava alla meccanizzazione dei reflui e degli impianti di mungitura, attraversando varie fasi di sviluppo della genetica, della nutrizione e della raccolta dati, oggi bisogna mettersi in filiera verticale. – commenta il Direttore – Ciò significa arrivare al consumatore e spiegare chi siamo. Il 94% della popolazione, infatti, non sa più come viene prodotto il latte o da dove proviene un uovo. La zootecnica olistica deve guidarci verso il futuro, ma in realtà l’allevatore di oggi ha già le competenze: l’agronomia, le infrastrutture, le attrezzature, la gestione del personale”.
Tra Campania e Molise sono allevate 15mila vacche Frisone per cui la sostenibilità economica, ambientale e la preservazione delle risorse naturali diventano un obiettivo di selezione degli animali, cioè si stanno catalogando i capi che sono più efficienti in queste direzioni.
“A livello mondiale l’Italia è il quinto Paese per presenza di animali da allevamento. – dichiara Martino Cassandro – È il terzo invece per indice genetico di razza Holstein”.
Presente anche il Presidente di Coldiretti Vincenzo Tropiano che ha puntato l’accento sulla diffusione del cibo sintetico. “Un vero pericolo per l’agricoltura e l’allevamento italiani, spinto da un finto ambientalismo. – dichiara – Deve essere chiaro che da 2mila anni siamo votati all’agricoltura e all’allevamento. L’allevatore non inquina”.
Ha partecipato in collegamento telefonico l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo che ha proposto un incontro per adeguare le misure del PNRR alle esigenze reali degli allevatori.
Gianluca Neglia, docente del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali della Federico II, ha approfondito l’aspetto della sostenibilità ambientale e della salute umana. “L’agricoltura produce il 15% delle emissioni globali di gas serra mentre l’allevamento solo il 6%. – sottolinea Neglia – Per quanto riguarda il cibo sintetico, voglio chiarire che è impossibile far crescere una cellula senza fattori di crescita e antibiotici quindi la carne in laboratorio non può essere più salubre di quella derivante da un animale allevato al pascolo o in azienda. Il consumatore oggi ci chiede alimenti funzionali cioè che abbiano un effetto benefico sull’uomo. Latte e carne contengono le proteine Sirt, ovvero quelle che determinano la longevità. Il futuro deve essere la medicina di prevenzione diminuendo quindi l’utilizzo di antibiotici”.
Il meeting interregionale ha visto la partecipazione di numerosi allevatori del Vallo di Diano, della Piana del Sele e provenienti dalla Basilicata e dal Molise, oltre che vari esponenti dell’ARA Campania.