Nasce a Sala Consilina il progetto “IO POSSO” a cura di un collettivo di giovani del territorio, autori nei giorni scorsi del manifesto affisso in Via Mezzacapo a Sala Consilina con una frase del poeta e paesologo Franco Arminio.
“L’obiettivo delle nostre iniziative è quello di voler far vivere e rinascere la nostra meravigliosa terra a cui ci sentiamo radicati attraverso percorsi artistici, di tutela e salvaguardia del territorio, azioni pratiche e simboliche con il fine di creare un’armonia circolare e unica nella popolazione, per vivere la vita con senso di collettivismo e amore per la comunità – spiegano in una nota stampa –Volevamo innanzitutto ringraziare per il calore e la partecipazione dei cittadini riguardo l’iniziativa svolta da noi nella mattinata del 29 dicembre, cercando anche di dare una nostra univoca ricostruzione per far luce dalla nostra prospettiva sull’accaduto e tutto ciò che ne consegue. Vogliamo partire ricordando la frase contenuta nella nostra installazione artistica, tratta dall’ultimo libro del poeta Franco Arminio, ‘La cura dello sguardo’ che dice ‘Tornate, non dovete fare altro, qui se ne sono andati tutti specialmente chi è rimasto’. Il nostro intento era quello di smuovere la coscienza individuale e portare le persone ad una riflessione collettiva sul dilagante sradicamento che avvertiamo da tempo. Cercando di risvegliare le coscienze e di esprimere con un atto puro il desiderio forte di rivivere, far crescere e mobilitare il nostro territorio”.
“Non possiamo negare che la nostra sia stata un’azione politica, ma nel senso più autentico del termine, la parola politica deriva dal greco polis ovvero città-stato, a cui è sottointesa anche “Techne” che significa arte, in sintesi definiamo politica ‘Arte che attiene alla città’- scrivono ancora – Questa è stata la nostra azione politica, voler con il mezzo dell’arte vivere la nostra città, ricordando i sacrifici e gli sforzi di chi questi territori li ha costruiti, e che senza direzione di colpa stanno sfiorendo, i servizi essenziali vengono decostruiti, le attività commerciali chiudono, le attività culturali muoiono ed è frequente la ricerca di un futuro lontano dalla propria terra di origine. Forse tutti dobbiamo porci una domanda. Non ci sono barriere, divisioni, una cittadina è circolare, è formata da singoli ma costituita e radicata dal senso comune di condivisione. La poesia è l’arte della parola, l’arte è azione del cuore, esse non conoscono barriere e non devono conoscerle, perché sono frutto di libera espressione. L’arte, come ci dimostrano grandi artisti come Banksy o Jago, vive per strada, con il pubblico, la gente, perché nell’arte di strada ‘Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto’”.
Secondo il gruppo cancellare “senza discutere, senza se senza ma, un’espressione libera, sincera e pura, per un bene superiore è un atto di violenza. Ci viene ribadito dai rappresentanti della nostra cittadina di aver dimenticato di chiedere il permesso, agendo in maniera illecita. Illegale è la censura, illegale è non confrontarsi, illegale è non comprendere il fine, e giudicare solo il mezzo. Ricordando che l’iter non è stato lecito, in quanto i manifesti andavano segnalati come abusivi e al massimo rimossi, facendo seguire a questo atto una multa amministrativa, e non cancellando e censurando un’espressione libera”.
“Conseguenzialmente alle differenti dichiarazioni pubbliche del Sindaco alle diverse testate giornalistiche territoriali – hanno specificato ancora nella nota – ci è stato richiesto un momento di confronto presso l’aula consiliare il pomeriggio del 30 dicembre. Nonostante il momento positivo di scambio abbiamo riscontrato molte divergenze sulla motivazione centrale che ha portato alla censura della nostra installazione artistica, quel che abbiamo provato a far emergere nel confronto con il Sindaco Francesco Cavallone, l’assessore Spinelli e la consigliera Rosa Melillo è quanto fosse importante provare a recepire la reazione del popolo salese e interrogarsi sul perchè una frase donata alla comunità sia stata capace di far emergere criticità e bisogni, creando fermento e opinionismo, invece di soffermarsi unicamente sulle modalità di azione perseguite dal nostro gruppo. Siamo stati piacevolmente sorpresi daal dibattito che la nostra installazione e la conseguente censura ha creato, dimostrando disponibilità e apertura a quanti ci hanno contattato, dai cittadini alle testate giornalistiche, sino ad arrivare alle parti sociali del nostro paese. A dimostrazione di come ‘IO POSSO’ sia uno spazio di confronto privo di pregiudizi, sentiamo l’esigenza di chiarire che la nostra apertura era doverosa nel rispetto delle tante domande e richieste di dialogo che ci sono giunte. Non è nello spirito di questo collettivo affidare i propri messaggi e le proprie considerazioni ad altri soggetti. Diffidiamo e ci dissociamo dal comunicato emesso dalla sezione territoriale del Partito Democratico, abbiamo condiviso una piacevole chiacchierata ma non abbiamo autorizzato nè condiviso un messaggio congiunto da inoltrare alla stampa locale. ‘IO POSSO’ è uno spazio apartitico di riflessione ed elaborazione politica, capace di riconoscere tentativi di strumentalizzazione che vadano a sminuire il nostro progetto”.
Concludono poi: “Vogliamo rinnovare il sentimento di compartecipazione e gratitudine alle comunità solidali che hanno mostrato interesse, per questo invitiamo chi ha condiviso il nostro gesto a riproporlo liberamente, nelle modalità più affini, nei propri territori. Con la consapevolezza che siamo solo all’inizio di un percorso di partecipazione ed elaborazione che mira ad espandersi sempre di più e che si riconosce nel coraggio corale di alzare il dito e urlare ‘IO POSSO'”.
– redazione –
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