Si è tenuto, questa mattina, presso la Sala dei Medici Illustri dell’Ordine dei Medici di Potenza, l’evento sul “Carcinoma della prostata”.
Un momento di incontro di particolare rilievo nel quale si è profilata l’importanza della presa in carico multidisciplinare del paziente perché vi siano programmi terapeutici efficaci che guardino alle esigenze specifiche dei singoli. In tal senso, la strategia della rete, e quindi della gestione integrata tra medicina generale e medicina specialistica, risulta irrinunciabile.
La giornata è stata divisa in due sessioni di lavoro: nella prima si è discusso di Pdta e Corp regionali, di diagnosi e quadro clinico del paziente, della storia naturale della malattia e delle nuove opportunità di cura. In seguito, della terapia medica e chirurgica, della radioterapia e della medicina nucleare, con una diagnosi di carcinoma alla prostata. È stata ospitata una tavola rotonda sulla terapia e sull’approccio multi specialistico per un progetto di cura condiviso.
Il dottore Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Potenza, ha sottolineato che “il carcinoma è una delle patologie più frequenti nel sesso maschile; al di là dei numeri e delle incidenze mi piace che si possa costruire una rete tra medici affinché vi sia una presa in carico globale dell’ammalato, che venga spostato in centri di eccellenza per un trattamento sia di natura medica che chirurgica, simbolo di un connubio tra territorio e ospedale. Mi auguro che tutti i professionisti, con le diverse competenze, colgano tale opportunità. Non solo per questa patologia, ma per tutte, auspico la trasversalità tra più medici non per spezzettare ma per ragionare insieme su quale sia l’indirizzo diagnostico e terapeutico più adeguato per queste persone e perché si possano condurre fino alla cura finale”.
Il dottore Roberto Falabella, dirigente medico dell’Urologia dell’ospedale “San Carlo” di Potenza, ha ivece riferito che “si tratta di una malattia ad alto impatto nella popolazione maschile, prima causa per incidenza e morte per tumore nel maschio. Ci siamo incontrati per definire un percorso analitico di gestione comune, perché non c’è solo una specialità coinvolta, ma l’integrazione tra vari livelli, i cosiddetti ‘pdtA’ che comprendono varie figure: il medico di medicina generale, l’urologo, il radiologo, l’oncologo, il radioterapista, l’anatomopatologo, il medico nucleare. Per raggiungere i migliori risultati è bene che ciascun paziente abbia un piano di cura personalizzato”.
Infine è intervenuto il dottore Domenico Bilancia, direttore dell’Oncologia Medica del “San Carlo”: “Spero che si possa estendere il messaggio del lavoro in rete anche per altre patologie oncologiche. Stiamo cercando le sinergie giuste tra professionisti e territorio perché il cittadino lucano possa beneficiare dei servizi di cura più all’avanguardia e celeri. I pazienti trattati nel contesto multidisciplinare hanno risultati migliori: viene dato il più alto livello di attenzione, in termini di diagnosi, di trattamento e di applicazione di novità a livello scientifico”.