Un cammino a piedi di circa 700 km, un percorso che tocca quattro regioni e due vulcani italiani, il Vesuvio e l’Etna, come punto di unione. Ha fatto tappa oggi nel Vallo di Diano il “Cammino dei Vulcani”, organizzato dall’associazione culturale “Repubblica Nomade” con la collaborazione di Archeoclub. I camminatori, circa 18 in questa tappa, hanno sostato a Sala Consilina e Montesano per poi chiudere a Casalbuono dove si fermeranno fino a domani, mercoledì 24 maggio, prima di riprendere il percorso verso la Basilicata.
Il gruppo è partito dal Gran Cono del Vesuvio lo scorso 12 maggio e prevede l’arrivo in Sicilia il 21 giugno. Un cammino, quello dal Vesuvio all’Etna, che si snoda lungo la Strada Regia delle Calabrie, fatta costruire nel 1778 da Ferdinando IV per unire Napoli e Reggio Calabria e la Via Romana AB Regio ad Capuam: un percorso che permette di visitare posti ricchi di storia e di sentieri naturalistici. Un cammino che conserva anche un significato dal forte valore sociale: preservare il creato dall’incuria e dall’inquinamento.
“Vogliamo sollecitare l’attenzione di tutti ai problemi del pianeta – hanno spiegato i camminatori dell’associazione – I vulcani eruttano, siamo su un pianeta che si surriscalda sempre di più. Il tutto sta avvenendo in sordina, senza una risposta dalle autorità. Adesso dobbiamo trovare il modo di evitare ulteriori danni. Siamo noi che abbiamo fatto scaldare il pianeta rendendolo invivibile. Stiamo vivendo sul cratere di un vulcano e il vulcano siamo noi“.
L’associazione culturale, composta da professionisti provenienti da tutta Italia, nel corso della camminata dal valore sociale incontra cittadini, studenti, sindaci per sensibilizzare sui temi che riguardano la salvaguardia del pianeta anche attraverso la promozione di comportamenti virtuosi. Negli anni sono diverse le camminate organizzate dall’associazione culturale “Repubblica Nomade”, fondata dallo scrittore Antonio Moresco: tra le più note la Parigi-Berlino per simboleggiare l’unità europea e la Milano-Scampia per abbattere il divario tra Nord e Sud.
“Noi come cittadini cerchiamo di smuovere le coscienze partendo e dialogando con sindaci e comunità” hanno dichiarato i membri dell’associazione.
Un lavoro che inizia diversi mesi prima contattando le comunità di riferimento: “Il nostro cammino richiede un grande sforzo e una organizzazione precisa – raccontano – prendiamo contatti mesi prima con i Comuni per chiedere un posto dove dormire, spesso nei palazzetti. Dormiamo nei sacchi a pelo, ci basta un bagno e poi il giorno dopo riprendiamo il nostro cammino. In genere percorriamo tra i 17 ed i 27 km al giorno. E’ un’avventura quotidiana ma che dà grande soddisfazione“.
I camminatori sono stati accolti nelle comunità valdianesi da sindaci, assessori, dalla Comunità Montana Vallo di Diano, studenti e rappresentanti di associazioni.