Salvatore Grieco, cittadino teggianese, tra i 22 insigniti della Medaglia d’onore ieri a Mantova.
In occasione della Giornata della Memoria, svoltasi al Conservatorio Campiani, è stata consegnata la Medaglia d’onore anche alla memoria di Salvatore Grieco, conferita con decreto del Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti. A consegnare i 22 riconoscimenti il prefetto Gerlando Iorio. A ricevere la medaglia per il cittadino teggianese è stata la nipote, Lucietta Vertuccio, che vive a Mantova.
Grieco, partito da Teggiano come soldato a 31 anni, fu catturato nel 1943 a Riva del Garda. Finì internato presso lo Stalag XVII A, un grande campo di prigionia a Kaisersteinbruch, vicino Vienna, dove scaricava materiale da costruzione. Qui per due anni, con tantissimi internati, subì le angherie del Reich nazista. Dopo la liberazione avvenuta nel ’45, Grieco, che aveva lasciato la moglie Giovanna Cimino a Teggiano, tornò pesando circa 40 chili.
“Nonno mangiava bucce di patate recuperate nei rifiuti – ci racconta la nipote Lucietta – spesso diceva che attorno a lui vedeva gente morire stremata dalla fame e dalla fatica. Ogni tanto raccontava qualche raro aneddoto”.
Le figlie di Salvatore Grieco, venuto a mancare nel 2000, Paola e Maria, vivono a Teggiano.
Una ricerca avviata per caso, per mano della nipote Lucietta, che ha portato a scoprire tutti i dettagli circa la prigionia del nonno Salvatore.
“Mio nonno era molto forte, un esempio di moralità – afferma – posso dire che ieri è stata un’esperienza emozionante, vissuta con mio figlio di 16 anni che da giovane ha potuto assistere ad un evento importante legato ad un fatto storico appreso solo sui libri”.