Lo scorso 14 ottobre i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare, COMSUBIN, distaccati presso il Nucleo SDAI di Napoli, Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi, si sono recati nelle acque antistanti il litorale di Capaccio Paestum per verificare un’indicazione circa la presenza in zona di un relitto di un mezzo da sbarco affondato.
E’ stata organizzata una minuziosa ricognizione subacquea che ha confermato la presenza del relitto che è risultato essere statunitense e carico di munizioni ed altro materiale bellico. L’imbarcazione, che giace su un fondale di circa 20 metri a poco meno di 2 miglia dalla linea di costa, si presenta con la zona poppiera distrutta, probabilmente a causa di una cannonata o di una bomba d’aereo che ha colpito il mezzo verosimilmente nel corso dello sbarco delle truppe anglo-americane avvenuto il 9 settembre del 1943.
I Palombari della Marina Militare hanno ritrovato a bordo del relitto e nelle sue adiacenze, grazie anche all’utilizzo di un sofisticato metal-detector, numerose casse con all’interno un totale di 3506 proiettili di piccolo calibro per pistole, fucili e mitragliatrici antiaerei da 20 millimetri, una mezza dozzina di rotoli di miccia, 45 proiettili da 105 millimetri per carri armati tipo Sherman, 3 tubi esplosivi Bangalore, pezzi di ricambio per sistemi di punteria per complessi di artiglieria campale e molti attrezzi da lavoro meccanico. Tutto questo materiale è stato trasferito in zona di sicurezza. Questa mattina i residuati bellici esplodenti sono stati trasportati a lento moto, mantenendoli in sospensione a circa 10 metri dal pelo dell’acqua con un galleggiante, a circa 4 miglia dalla costa, in un’area appositamente individuata dall’Autorità Marittima. Giunti sul luogo si è quindi provveduto al brillamento degli ordigni bellici con le consuete metodiche tese a preservare l’ecosistema marino.
Nel corso della ricognizione subacquea, gli operatori dello SDAI hanno trovato a circa 400 metri dal relitto del mezzo da sbarco un carro armato che ad un primo esame sembrerebbe essere un modello statunitense M4 Sherman. Il relitto, in apparente ottimo stato di conservazione, si presenta parzialmente insabbiato, con una porzione della portella di chiusura della torretta aperta attraverso la quale, però, non è stato possibile accedere all’interno a causa delle ridotte dimensioni del passaggio.
Al termine delle operazioni di bonifica dell’area, i Palombari della Marina Militare hanno tenuto una conferenza stampa nei locali della Guarda Costiera di Agropoli. Nel corso dell’incontro gli operatori della Marina Militare, oltre ad illustrare le peculiarità della loro attività e di quanto svolto, hanno mostrato delle immagini subacquee che hanno registrato durante le fasi della ricognizione.
– Chiara Di Miele –