Lettera aperta alla redazione di Antonio Manzione.
Per un genitore sarà sempre difficile trovare le motivazioni della prematura scomparsa di un figlio, ma dopo quasi due mesi dalla scomparsa del mio Pierpaolo, avvenuta presso l’Ospedale “San Carlo” di Potenza, Unità Operativa di Rianimazione, ancora non mi è chiaro il quadro clinico della sua dipartita.
Per dovere di memoria, Pierpaolo fu ricoverato presso il “San Carlo” per un intervento programmato di asportazione di una “sospetta lesione gliale a basso grado”, durante l’operazione neurochirurgica, condotta da un’equipe dell’Unità Operativa di Neurochirurgia, avvenuta l’8 gennaio scorso, ha avuto una massiva emorragia tetraventricolare e intraparenchimale, che lo ha portato al coma in maniera continuata fino alla data della sua dipartita, avvenuta il 25 marzo.
A questo punto, chiunque si chiederebbe come mai un ragazzo di 24 anni, in pieno benessere, non supera un’operazione chirurgica, anche se di particolare difficoltà tecnica, quando operazioni simili vengono superate da persone anche di età avanzata. Cosa è successo durante l’operazione? Come mai è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l’asportazione di una lesione e muore per altra causa? Sono tutte domande alle quali i medici che hanno condotto l’operazione, dei quali si è avuta assoluta fiducia, e che hanno sempre dimostrato la loro disponibilità professionale ed umana sia prima dell’intervento che dopo l’intervento, hanno fornito risposte che non sono riuscite in pieno a dare le giuste motivazioni e ragioni. E sono proprio queste motivazioni, questi importanti ragguagli medici, che un padre ed una madre cercano, perché non esiste dolore più grande della perdita del proprio figlio, che è il prolungamento della propria dimensione umana.
La ricerca delle motivazioni e ragioni si spinge ben oltre l’obiettivo di un intervento chirurgico che era stato paventato come un successo, che la tecnica mini invasiva avrebbe ridotto al minimo i rischi post-operatori ma che ha portato invece alla prematura scomparsa di mio figlio Pierpaolo. E sono queste le risposte che ci aspettiamo, di cui siamo alla disperata ricerca anche attraverso il consulto dei documenti post operatori, attraverso l’acquisizione di informazioni e consulenze a vario titolo, perché la massima consapevolezza possibile servirà a dare PACE al suo spirito e relativamente a noi genitori, che saremo costretti a convivere con il dolore atroce per la sua assenza.
– Antonio Manzione papà di Pierpaolo –
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