“Ricerca delle persone scomparse…come agire“. Su questa fondamentale tematica si è incentrato l’incontro che ha avuto luogo questa mattina a San Pietro al Tanagro nell’Aula Consiliare del Comune. Una problematica che apre ad uno scenario particolarmente complesso, che vede all’opera differenti attori che, in un’azione sinergica, entrano in azione nel momento in cui viene presentata la denuncia di scomparsa di una persona.
Al tavolo dei lavori, introdotti da Marianna Iannone, presidente dell’organizzazione di volontariato FA.T.A. di San Pietro al Tanagro, erano presenti il Capitano Davide Acquaviva, Comandante della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina, il Caposquadra Esperto Luigi Morello, Responsabile del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Sala Consilina, il Caposquadra Gianfranco Vernieri, elisoccorritore dei Vigili del Fuoco, il Caposquadra Guerino Vitolo, istruttore di Tecniche di Primo Soccorso sanitario dei Vigili del Fuoco, il Vigile Coordinatore Stefano Alfano e il Vigile Qualificato Gaetano Gennatiempo, istruttori di Topografia Applicata al Soccorso dei Vigili del Fuoco.
Mettersi sulle tracce di chi scompare o si disperde è impresa ardua, che richiede competenze qualificate e un’estrema razionalità. E’ toccato al Capitano Acquaviva illustrare le fasi salienti delle operazioni, regolate dalla Legge 203/2012, fin da quando si riceve ufficiale denuncia di scomparsa. “La prima persona da coinvolgere – ha spiegato – è quella che ha un legame più stretto con lo scomparso. Fondamentale è il fattore tempo. Le ricerche devono essere tempestive. Le Forze di Polizia, infatti, devono non solo rapidamente informare la Prefettura e l’Autorità Giudiziaria per l’attivazione del piano delle ricerche e l’avvio dell’attività investigativa, ma anche ricavare informazioni utili alla ricerca stessa, distinguendo sempre tra chi è scomparso e chi invece si è allontanato volontariamente“.
A descrivere il modus operandi adottato dai Vigili del Fuoco, allertati in buona parte dei casi di scomparsa soprattutto in località difficili da battere, è stato il Caposquadra Luigi Morello. “Dopo la denuncia e l’attivazione da parte della Prefettura della macchina dei soccorsi – ha chiarito – la nostra Sala Operativa viene allertata e il Comandante Provinciale organizza l’Incident Command System. Spesso quando giungiamo sul posto troviamo confusione dettata dall’allarmismo e dal fervore di chi vuol dare una mano, ma le ricerche vanno avviate ragionando perchè è uno degli interventi più complicati. Bisogna dialogare con tutte le Forze di Polizia e di volontariato e decidere come iniziare le operazioni pianificando anche ciò che potrebbe accadere il giorno seguente. Negli ultimi anni abbiamo notato che la scomparsa di persone è aumentata e questo deve farci trovare più professionali nell’affrontare la problematica. Anche il volontariato è più specializzato, ma le specializzazioni devono essere utili al soccorso e non alla visibilità“.
In seguito i caschi rossi specialisti Vernieri, Vitolo, Alfano e Gennatiempo hanno illustrato nel dettaglio gli aspetti legati alla topografia applicata al soccorso, al recupero dello scomparso in ambienti impervi, all’intervento del Corpo attraverso l’utilizzo di elicotteri e al sistema internazionale Incident Command System.
Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con il Work Group “Profiling vittimologico nella scomparsa delle persone” con il criminologo clinico, Elga Marvelli.
– Chiara Di Miele –