La malattia è una prova della vita non una sconfitta. Lo ha capito attraverso la sua esperienza personale don Pasquale Pellegrino, guida pastorale delle parrocchie di Torre Orsaia e Castel Ruggero che fa della sofferenza un luogo di incontro e di condivisione nella fede. Nel 2013 il giovane sacerdote ha ricevuto una telefonata da Papa Francesco ed è stata illuminante per il suo nuovo cammino di speranza. Domani, domenica 14, XXIV Giornata mondiale del malato, il giovane sacerdote pregherà insieme ai suoi fedeli ammalati nella parrocchia di San Lorenzo Martire a Torre Orsaia alle ore 16,00 durante un’adorazione Eucaristica, inusuale, con testimonianza di Claudia Koll.
- Ci racconta la sua “stagione” della sofferenza?
“Ero un ragazzo quando un mio amico morì di leucemia, provai un dolore profondo che mi fece riflettere sui veri valori e sul dono della vita. Fu proprio allora che sentii la chiamata al sacerdozio ma la sofferenza era dietro l’angolo. Guida pastorale delle parrocchie di Torre Orsaia e Castel Ruggero, scoprii anch’io di avere la leucemia”.
- Papa Francesco le ha telefonato con “identità riservata”?
“Si, il 1 settembre 2013 ho risposto per dovere a colui che aveva chiamato in incognita e che poi si è presentato come Papa Francesco. Il Santo Padre fece subito riferimento alla mia lettera e mandò un saluto alle mie comunità che portai, trattandosi di un saluto inconsueto, dopo un mese. La telefonata di Papa Francesco mi ha fatto guardare con occhi nuovi alle mie comunità e ad ogni persona, credente o non che incontro. Il 16 settembre 2013 ho incontrato il Papa nella chiesa di Santa Marta a Roma dove fui invitato a concelebrare con il Santo Padre”.
– Lucia Giallorenzo –