Lo chiamavano “il Sindaco pescatore”, non a caso.
Angelo Vassallo era un figlio del mare, che aveva imparato ad affrontare la vita con lo stesso spirito e la stessa forza che fin da piccolo lo avevano guidato tra le bellezze, ma anche tra i mille pericoli nascosti tra le onde del mare del Cilento. Così, con lo stesso spirito, aveva deciso di vivere fino in fondo, con onestà e coraggio, anche l’avventura di primo cittadino nel Comune di Pollica.
Una storia emozionante, seguita da oltre 7 milioni di spettatori (pari al 27,54 di share), quella raccontata ieri sera su Rai 1 nella fiction “Il Sindaco Pescatore”, ispirato al libro “Il Sindaco Pescatore” di Dario Vassallo e Nello Governato, per la regia di Maurizio Zaccaro.
Intensa l’interpretazione di Sergio Castellitto, chiamato a dare anima e volto ad Angelo Vassallo, portando sullo schermo la storia un uomo che ha fatto del suo territorio uno straordinario avamposto di legalità.
Nel cast Andrea Di Maria, attore originario di Sala Consilina, nei panni di Antonio Vassallo, figlio del sindaco, confermandosi sempre più tra le giovani promesse del cinema italiano, un talento del Vallo di Diano che, con impegno e sacrificio, sta riuscendo a raggiungere traguardi sempre più importanti.
Di parole ne sono state dette tante: su Facebook commenti positivi, negativi sull’immagine che è uscita fuori del Cilento, polemiche, tanta commozione, sicuramente una fiction che ha fatto riflettere sul ruolo fondamentale del sindaco in una comunità, sul bisogno di “buona politica”, fatta di ascolto e dialogo, nel rispetto della legge.
Il film lancia un messaggio di speranza: la nostra terra può ripartire dalla bellezza, da una valorizzazione concreta, reale, delle bellezze paesaggistiche, naturalistiche e culturali: questa è la sfida che ha lanciato Angelo, che continua a vivere attraverso l’impegno di amministratori e cittadini che amano il territorio nel quale vivono.
A cinque anni dalla morte di Vassallo non si conoscono ancora nè il mandante nè il movente dell’omicidio.
“Possibile che nessuno abbia sentito quei colpi di pistola?”, si è chiesto ed ha chiesto Dario Vassallo nel giorno dell’anteprima del film a Roma.
La ricerca della verità continua, la pretendono la famiglia, i cittadini di Pollica, l’Italia intera: chi uccide un sindaco uccide lo Stato.
Quei colpi di pistola non hanno potuto, però, fermare l’idea di una politica onesta e pulita e il modello di crescita e sviluppo che viene dall’esperienza di Angelo Vassallo nella sua comunità.
Mentre andava in onda il film, a Pollica è divampato un incendio, forse una coincidenza, che è subito balzata all’attenzione di tutti tramite i social network, probabilmente un segnale, un monito ad amare di più quella terra.
La storia di Angelo Vassallo è la storia di 143 amministratori pubblici, fra sindaci, assessori e consiglieri che, dal 1973 ad oggi, secondo i dati della Commissione Parlamentare d’inchiesta del marzo 2015, sono stati barbaramente uccisi durante i loro mandati, perchè si opponevano alle infiltrazioni mafiose nei loro Comuni.
– Filomena Chiappardo –
Bellissimo film.
Altrettanto bello l’articolo della Chiappardo.
Mario Senatore