Negli anni il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane si è impegnato in un programma di riorganizzazione e rigenerazione delle stazioni ferroviarie, in particolar modo di quelle che hanno assunto la caratteristica di “stazioni impresenziate”, non avendo più richiesto la presenza fisica di personale ferroviario, perché gestite tramite sale operative distanti anche molti chilometri. Tra queste ultime rientrano anche le stazioni presenti lungo le tratte ferroviarie dismesse, come la Sicignano-Lagonegro, per cui Ferrovie dello Stato, d’intesa con gli Enti Locali e le associazioni, ha dato vita ad un programma di riqualificazione degli immobili inutilizzati all’interno dei quali sia possibile attivare servizi a favore della cittadinanza.
A questo proposito risale a pochi giorni fa la comunicazione giunta al Comune di Sala Consilina, con la quale Eppe Argentino Mileto di Roma ha manifestato l’intenzione di voler creare un’associazione di interesse pubblico-privato, coinvolgendo anche la Diocesi di Teggiano-Policastro e i Comuni di Sicignano degli Alburni, Petina, Auletta, Pertosa, Polla, Atena Lucana, Sala Consilina, Sassano, Teggiano, Padula, Montesano sulla Marcellana, Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano e Lagonegro, per realizzare un Ospedale diffuso nelle stazioni ferroviarie “impresenziate” della ormai ex tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
Non ha tardato a deliberare in tal senso la Giunta salese guidata dal sindaco Francesco Cavallone e ad esprimere la propria manifestazione di interesse in merito alla proposta di Argentino Mileto, in cui è insita l’occasione per “riqualificare e valorizzare le strutture in parola” e la “creazione di centri diagnostici, terapeutici e di ricerca di grande profilo medico-scientifico, di strutture riabilitative e assistenziali per interventi rapidi e di grande specialità, a servizio dei cittadini del Vallo di Diano“.
“L’iniziativa – scrivono gli amministratori di Sala Consilina – scaturita dalla libera iniziativa di soggetti privati e sostenuta con risorse finanziarie di investitori interessati operanti in settori economici e produttivi coerenti con le finalità del progetto, affinché consegua gli obiettivi sperati necessita della più ampia convergenza delle Istituzioni locali e della condivisione sociale“.
Potrebbe essere questa la volta buona in cui le ex stazioni ferroviarie del Vallo di Diano smetteranno di essere discariche a cielo aperto o rifugio per randagi per trasformarsi, finalmente, in luoghi di civiltà? Quella che spetta di diritto ai cittadini del territorio, da troppi anni mortificati non soltanto da collegamenti ferroviari inesistenti, ma anche da un quadro in cui campeggiano stazioni piene di squallore più che di viaggiatori.
– Chiara Di Miele –
ogni giorno una nuova!
E una vergona….. invece di riattivare la ferrovia si pensa alle cavolate !!!
Vergognatevi e dimettetevi dal vostro incarico di sindaco giacché pensate solo ai …..vostri e non all’interesse del Vallo