I cosiddetti PFC, o perfluorurati, sono utilizzati in ben 200 processi industriali e sono i componenti di oggetti di uso comune come i prodotti per la pulizia della casa, per l’igiene personale, alcuni contenitori per alimenti, le padelle antiaderenti. E sono anche utilizzati nei pesticidi per l’agricoltura.
Queste sostanze sono state già accusate di essere una potenziale causa di infertilità maschile, ma oggi si scopre che possono anche essere una potenziale causa di osteoartrite, soprattutto nelle donne. In particolare sono due le sostanze imputate di sviluppare questa patologia: l’acido Perfluorottanico (PFOA), che notoriamente agisce anche sull’apparato endocrino, e l’acido Perfluorottano Sulfonato (PFOS).
I ricercatori della Harvard Medical School e del Brigham and Women’s Hospital hanno studiato queste due sostanze e valutato il loro legame con l’insorgenza di artrite.
Il problema non va sottovalutato in quanto la diffusione di queste sostanze nell’ambiente e tra gli esseri umani è vastissima. In particolare il rischio di contaminazione è grande con le padelle antiaderenti in quanto l’uso quotidiano può portare ad alterazioni del film, con produzione di micro-particelle contenenti queste sostanze che vengono facilmente assorbite, anche perché non si degradano ma si depositano nei tessuti viventi.
Lo studio, pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), un’indagine epidemiologica durata 6 anni e che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone, ed ha evidenziato una chiara e significativa correlazione tra l’artrosi e queste sostanze. In particolare si è visto che le donne che presentano un’esposizione superiore al 25% al PFOA ed al PFOS hanno circa il doppio di probabilità di avere l’artrosi rispetto a coloro che hanno un’esposizione minore. Ovviamente, occorrono ulteriori studi per chiarire temporalità e meccanismi di questa correlazione.
Sebbene le padelle antiaderenti contenenti PFOA siano state messe più volte sotto accusa, tanto che alcune aziende leader nella produzione abbiano annunciato la cessazione di essa nel 2015, ad oggi non vi è stata nessuna iniziativa della Autorità responsabili. Non vorremmo che, come è avvenuto per l’amianto, ci si accorgesse troppo tardi di quanto siano pericolose per la salute, dopo decenni di utilizzo e di esposizione ai loro effetti tossici