Ritorna l’appuntamento con la rubrica Ondanews “Salute e benessere “ dedicata alla medicina. Il dott.Francesco de Laurentiis, ginecologo e primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Ospedale “Curto” di Polla ci spiega la sindrome dell’ovaio policistico, una patologia che sta assumendo una rilevanza sempre maggiore.
– Dottore, che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?
Questa patologia è una sindrome complessa multiorgano, infatti coinvolge ipotalamo, ipofisi, surrene, ovaie e tessuto adiposo. È un disturbo endocrino-metabolico ed è una delle patologie più comuni nelle donne in età fertile (5-10% della popolazione) ed è tra le cause più frequenti di sterilità, legata alla condizione di anovularietà cronica che si innesca. Nel 50% dei casi si riconosce una certa familiarità. L’HO origine è multifattorale e tutti questi fattori creano un vero e proprio circolo vizioso che si autoalimenta.
– Quali sono i segni ed i sintomi?
Tra i più frequenti vi sono irregolarità mestruali, acne, peluria e sterilità. Il quadro ecografico è emblematico con un aumento volumetrico delle ovaie che presentano maggiore densità e perifericamente molti follicoli disposti “a corona di rosario”.
– È causa di sterilità?
Spesso si perché crea, come già detto, una condizione di anovularietà cronica (mancanza di ovulazione).
– Con una terapia si risolve la patologia?
La terapia è diversificata a seconda della volontà o meno della donna di avere una gravidanza e riconosce sia un impiego di tipo farmacologico, volto a ripristinare lo stato ormonale corretto e sia di metabolico alimentare. Quest’ultimo svolge un ruolo di primaria importanza nel raggiungimento dell’intento e nel suo durevole effetto, vista la preponderante azione svolta dell’insulina e dall’adipe addominale. Ogni donna deve mirare ed ottenere il proprio B.M.I. (indice di massa corporea).
– Claudia Monaco –