Non poteva lasciare indifferenti la tragedia del Ciclope, consumatasi nella notte tra lunedì e martedì quando, in seguito ad un violento nubifragio, un pezzo del costone nel quale è ricreato il noto locale notturno di Marina di Camerota si è staccato colpendo Crescenzo Della Ragione, il 27enne di Mugnano che lì, durante quella che doveva essere una divertente notte di piena estate come tante altre, ha invece perso la sua giovane vita.
All’indomani del drammatico caso esplode la polemica. Sulla sicurezza del locale soprattutto. Il primo a levare la voce è don Gianni Citro, patron del Meeting del Mare di Camerota e da sempre figura molto vicina ai giovani del territorio. Don Gianni lascia a Facebook e alla pagina dell’evento che ogni anno cura con dedizione il suo sfogo-appello. “La tragedia di stanotte poteva essere evitata – attacca don Gianni Citro – Evitata da chi da anni ignora i pericolosi crolli di massi dalle pareti di quella grotta, il suo dovere di tutelare la salute della gente, prima che gli interessi privati di certi imprenditori. Evitata da chi ripetutamente ha fatto finta di niente per non intralciare l’attività della discoteca. Evitata da chi ieri notte non ha pensato di fermare la serata nonostante le minacce di un nubifragio. L’incasso di una notte ancora una volta vince sul pericolo di una vita“.
“Sono anni che urlo al vento questo pericolo e invoco l’attenzione delle autorità competenti – incalza il parroco – Sono stato ignorato, maltrattato, insultato, minacciato. Non è stata la natura ad uccidere quel ragazzo, ma chi ha ignobilmente evitato di ascoltarne la ribellione“. E’ duro don Gianni, non risparmia nessuno, mettendosi dalla parte di Crescenzo, che nulla voleva se non divertirsi in un locale rinomato, ma forse troppo poco sicuro. Sicurezza su cui sta indagando la Procura di Vallo della Lucania.
Nel tam tam di rabbia e dolore giunge anche il cordoglio dei proprietari de “Il Ciclope”, la cui pagina Fb resta nera, in segno di lutto. “Non esistono parole per alleviare il dolore dato dalla perdita di Crescenzo – dicono – Siamo in ginocchio in preghiera per lui“.
Sull’incresciosa vicenda è intervenuto anche Franco Ortolani, Ordinario di Geologia presso l’Università Federico II di Napoli. “Grave errore umano quello di non avere preteso la messa in sicurezza di tutto il versante incombente sulla discoteca – il parere tecnico del geologo – La natura ha fatto il suo corso: dalla parete carbonatica con roccia molto fratturata sistematicamente si distaccano frammenti di roccia. Pretendere che dalla parete subverticale del Ciclope non si distaccassero era pretendere l’impossibile dalla natura“. Quella stessa natura che, in una notte di piena estate, ha deciso che il corso di Crescenzo dovesse terminare in un’affollata discoteca sul mare.
– Chiara Di Miele –
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