E’ ripreso oggi presso la Corte di Appello di Potenza il processo per la morte di Massimo Casalnuovo, il ragazzo 22enne deceduto la sera del 20 Agosto del 2011 a Buonabitacolo in seguito ai traumi riportati dopo l’impatto con un muretto avvenuto dopo non essersi fermato all’alt dei Carabinieri ad un posto di controllo. Questa mattina sono stati ascoltati alcuni dei testimoni che avevano già fatto la loro deposizione nel processo di primo grado.
La Polizia Scientifica ha confermato che non vi è compatibilità merceologica tra la microparticella trovata sulla scarpa del maresciallo Cunsolo e la vernice del motorino e che tra l’altro non vi è una somiglianza perfetta nemmeno dal punto di vista cromatico. I testi hanno confermato quanto dichiarato già al PM nel processo di primo grado.
Questa mattina un testimone che 4 anni fa aveva sostenuto che il maresciallo avrebbe dato il calcio al motorino con il piede sinistro, invece oggi ha dichiarato che il calcio sarebbe stato dato con il piede destro.
La prossima udienza si terrà il 30 settembre e saranno ascoltati altri 4 testimoni, 2 della Corte e due della difesa. Nella prima udienza del processo di appello il Procuratore Generale aveva derubricato il reato e chiesto 1 anno e 6 mesi di reclusione con pena sospesa per eccesso colposo nell’esercizio di un dovere.
Il militare nel primo grado di giudizio era stato accusato ed assolto “perchè il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio preterintenzionale. La sentenza di assoluzione in primo grado era arrivata il 5 luglio del 2013. Nel processo il PM della Procura di Sala Consilina aveva accusato il maresciallo di aver voluto deliberatamente causare una lesione nei confronti di Casalnuovo e questo comportamento avrebbe provocato la morte del ragazzo. Il PM aveva chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione. La sentenza era arrivata dopo una camera di consiglio durata quasi sette ore.
Nelle 57 pagine delle motivazioni il giudice Enrichetta Cioffi aveva smontato l’accusa principale mossa nei confronti del maresciallo Cunsolo, ossia quella di aver sferrato un calcio al ciclomotore condotto da Massimo Casalnuovo. Nella sentenza la dottoressa Cioffi esclude che il maresciallo Cunsolo possa aver dato un calcio al ciclomotore. A tal proposito parla di “incongruenze di assoluta evidenza” perchè “il Cunsolo – si legge nelle motivazioni – secondo le ipotesi di accusa e come emerso dalle dichiarazioni di un solo testimone avrebbe sferrato il calcio con il piede sinistro; il referto medico a nome del Cunsolo parla di “trauma contusivo caviglia sinistra” e sulla scocca del motorino non sono state trovate tracce del materiale gommoso delle scarpe indossate dall’imputato”.
– Erminio Cioffi –