Vincenzo De Luca, neoeletto Governatore della Campania, a farsi dare dell’ “impresentabile” proprio non ci sta e, a due giorni dalla sua vittoria elettorale, inizia il suo mandato presentando a Salerno denunzia-querela contro l’onorevole Rosy Bindi.
Il nome di De Luca, infatti, a pochi giorni dal silenzio elettorale era comparso nella lista dei cosiddetti “impresentabili” presentata dalla Commissione Antimafia e dal suo presidente, la Bindi appunto. 16 candidati che, per varie vicissitudini giudiziarie, non avrebbero ottenuto dall’Antimafia il “lasciapassare politico” alla competizione.
Una vera e propria doccia fredda, soprattutto per il Partito Democratico, che da subito è andato al contrattacco addebitando alla Bindi la volontà di danneggiare la maggioranza. “Mi fa molto male che si utilizzi la vicenda dell’antimafia per una discussione tutta interna, per regolare dei conti interno al Partito democratico: l’antimafia è un valore per tutti, non può essere usata in modo strumentale” le parole del premier Renzi, amareggiato dopo la pubblicazione dalla lista.
Lo stesso Vincenzo De Luca, vistosi inserire tra gli “impresentabili”, aveva giorni fa già preannunciato la querela. Così oggi ha fatto, chiedendo alla Procura di Roma di procedere nei confronti del presidente dell’Antimafia per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio. Mentre Rosy Bindi, solo poche ore fa, chiedeva le scuse al Pd. “Ritengo di aver diritto ad un risarcimento – ha detto – Ho combattuto molte battaglie ma sempre a viso aperto. Su De Luca ha sbagliato il mio partito a reagire in quel modo“.
– Chiara Di Miele –
Ogni parola ha un suo preciso significato. Noi dobbiamo rispettarlo ed operare di conseguenza. Non farlo è pericoloso: rischiamo di pensare, dire, fare, giustificare tutto ed il contrario di tutto ognuno a modo proprio. Rischiamo una nuova Babele.
Bisogna stare attenti ad usarla ma, una volta pronunciata o scritta, è doveroso darle il peso che merita. Non si può (per convenienza formale o sostanziale) trasformare un macigno in un fiocco di polline… O viceversa.
Mario Senatore