In Campania, nei primi tre mesi del 2015, si sono registrati 353 fallimenti che incidono per il 9,3% sul totale di quelli verificatisi in Italia. Nel periodo che parte dal 1° gennaio 2009 sono 6.488 le aziende che hanno chiuso i battenti (8,2% sul totale Italia). Si tratta del numero di fallimenti più alti rispetto alle altre Regioni Obiettivo. I dati sono stati estrapolati dal Centro Studi ANCE Salerno sulla base dell’analisi pubblicata dalla Cribis D&B, specializzata nella business information.
La Campania si colloca nel contesto nazionale come la regione con il più alto numero di fallimenti nel 2015 dopo Lombardia (784), Lazio (483) e Veneto (360). “La Campania – evidenziano dal Centro Studi ANCE Salerno – si caratterizza per un numero molto elevato di fallimenti pur esprimendo un tessuto produttivo meno articolato di regioni come, solo per fare qualche esempio, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana“.
Il comparto in maggiore sofferenza è quello della costruzione di edifici, che ha fatto segnare 451 fallimenti. In questo ambito rientrano anche le aziende di installazione (edilizia) con 310 chiusure e quelle di locazione immobiliare (edilizia) con 204 procedure. Subito dopo l’edilizia si colloca il commercio all’ingrosso di beni durevoli con 329 fallimenti. Non va affatto bene neanche per il commercio all’ingrosso di beni non durevoli (220). In grave difficoltà ristoranti e bar (183), abbigliamento e accessori (146), alimentari/commercio al dettaglio (62) e industrie del mobile/accessori per arredi (51).
“Dopo un quarto trimestre del 2014 – specifica la nota – che si è chiuso con la cifra record di 4.502 fallimenti (dato più alto per un singolo trimestre dal 2009 ad oggi) nei primi tre mesi dell’anno si è interrotta la preoccupante crescita di imprenditori che hanno visto fallire la propria attività“. Per gli specialisti del Gruppo è “una buona notizia dopo un 2014 che si è chiuso con ben 15.605 fallimenti, mai un dato così alto negli ultimi cinque anni“.
“I numeri – dichiara il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – si commentano da soli: 353 fallimenti nei primi tre mesi dell’anno e 6.488 chiusure dal 1° gennaio 2009 in Campania sono il segno evidente di una crisi senza precedenti dalla quale, nonostante la politica degli annunci, non si riesce a venire fuori“.
“La campagna elettorale in corso per le prossime elezioni regionali – conclude Lombardi – dovrebbe e potrebbe offrire spunti importanti per provare ad uscire da una situazione che si protrae ormai da oltre sei anni e che ha generato cali occupazionali che stanno mettendo a rischio la coesione sociale“.
– redazione –