Ha sacrificato la propria vita per salvare la vita di alcuni ragazzi in difficoltà nel mare di Palinuro. Quello che ha fatto Pino non è normale, quello che ha fatto Pino è straordinario, tragicamente meraviglioso.
L’11 agosto di due anni fa era al mare, con la sua famiglia, doveva essere una giornata di relax. Pino arriva in spiaggia, sente delle urla, si rende conto che dei ragazzi rischiano di annegare. Molti di noi, quasi tutti, me per primo, avrebbero pensato “tanto qualcuno li soccorrerà” e saremmo rimasti a fare gli spettatori di un salvataggio e/o di una morte in diretta.
Fa parte del nostro istinto di sopravvivenza pensare, in situazioni estreme, che “tanto qualcuno andrà a salvarli”. Pino invece no, lui non ha pensato questo, Pino non era, Pino non è un essere umano “ordinario”, Pino non ha usato la testa come avrebbe fatto qualsiasi essere umano “normale”, Pino ha usato il cuore, è stato il suo cuore a dirgli “tuffati, vai a savarli” ed è stato lo stesso cuore a “tradirlo” e portarlo via dalla sua famiglia, dopo che lui era riuscito invece ad evitare che questo accadesse a dei ragazzi, poi spariti nel nulla una volta tratti in salvo.
Sono trascorsi quasi due anni, per alcuni mesi dopo la sua morte, Pino è stato sulla bocca di tutti e sulla tastiera di tutti i giornalisti: “L’avvocato eroe”, “Una strada per Pino”, “Ha perso la vita per dare la vita”, “Una medaglia d’oro al valor civile per l’avvocato eroe”. Questi sono alcuni dei tanti titoli comparsi su diverse testate giornalistiche.
Sull’onda dell’emozione era stato avviato anche l’iter per chiedere che venisse concessa la Medaglia d’oro al valor civile alla memoria dell’avvocato salese. L’iter è stato avviato e probabilmente si è anche fermato da qualche parte, visto che da oltre un anno non si hanno più notizie. Stesso discorso vale anche per l’intitolazione di una strada a Sala Consilina.
Siamo tutti colpevoli, io per primo come giornalista, per non aver svolto il ruolo di pungolo nei confronti di chi avrebbe dovuto e dovrebbe dare onore alla memoria di Pino. Colpevole è anche chi ha lasciato che le buone intenzioni rimanessero tali. Siamo un popolo dalla memoria corta, siamo giornalisti dalla memoria corta.
Mi auguro che da oggi tutti riaprano quel cassetto della memoria dove è custodito il ricordo di Pino e del suo gesto eroico ed inizino a “rompere le scatole” perché possa avere quel riconoscimento che, purtroppo, non lo riporterà in vita, ma che spetta a chi la sua vita l’ha donata per amore del prossimo.
– Erminio Cioffi –
come al solito nel vallo di diano , le cose belle o brutte se ne parla solo tre giorni e poi si cestinano nel dimenticatoio, soprattuto le persone che sacrificano la propria vita per altri…………………
Non lo conoscevo di persona..ma essendo Io SALESE emigrato..il suo gesto mi riempie di orgoglio. ..lo ricorderò nelle mie preghiere. ..
DETTO questo….forse se fosse stato extracomunitario lo avrebbero GIÀ GLORIFICATO in questo lurido paese dove si dimentica cosi facilmente…
Grande Pino purtroppo a volte la troppa bonta’tu spinge a compiere gesti d’istibto x il bene di altre xsone.Purtroppo oggi gente come te e’ difficile trovarle,l’altruismo e’in via d’estinzione.Riposa in Pace