- Presidente Accetta, come giudica l’atteggiamento di un gruppo di comuni compresi nell’area del Parco di voler fare i bagagli e uscire dalla perimetrazione attuale?
“Atteggiamento veramente incomprensibile. Proprio perché avevo sentito qualche “mal di pancia” di qualche amministratore, ho convocato il 13 Marzo scorso una conferenza di sindaci. Da aggiungere che io, prima degli altri, ho avuto forti perplessità iniziali su come era organizzato il Parco. Oggi, però, indiscutibilmente, il Parco è una risorsa e avremmo tutti il prosciutto davanti agli occhi se non lo considerassimo una risorsa. Anche gli amici degli Alburni ne sanno qualcosa se è vero come è vero che hanno lottato ed ottenuto di far inserire il nome “Alburni” nella denominazione del Parco. Ed ora, sapere che qualche amministratore degli Alburni sta proponendo l’uscita dal Parco mi sembra, francamente, una grossa contraddizione”
- Una posizione forte, la sua, in difesa del Parco
“E’ innegabile che il Parco ha fatto degli importanti investimenti. Ma vogliamo registrare, per esempio, il fatto che, grazie al suo vice presidente Corrado Matera (e penso che tutti noi amministratori del Vallo di Diano dobbiamo dargliene atto) il Parco ha istituito una sede decentrata a Teggiano? Vogliamo considerare gli importanti investimenti a Sanza, a Sassano, a Monte San Giacomo ed in altre zone del Parco? E oggi cosa facciamo? Sosteniamo il contrario?”
- Polemica pretestuosa, quindi?
“Io penso di si. Dobbiamo, invece, pretendere dal Parco che vengano esperite strategie più incisive affinchè non diventi un peso ma un’opportunità. In verità, nel corso della conferenza dei sindaci furono in molti a condividere questa posizione, cioè che non è possibile uscire dal Parco bensì, insieme, trovare le soluzioni più adatte affinchè si modifichi l’attività vincolistica del Parco”
- Intanto Polla, San Rufo, Roscigno, Ottati, Sanza, hanno espressamente richiesto di uscire dal Parco
“Io penso che alla base ci sia una strumentalizzazione politica. Se si vuole utilizzare la protesta del Parco come Salvini sta utilizzando la protesta degli immigrati, allora questo che ci fa capire che ci troviamo di fronte ad una strategia chiarissima: strumentalizzare il Parco per fini elettorali. Ma è possibile che possiamo accettare mai che un consigliere regionale di nome Alberico Gambino possa essere considerato il paladino della protesta del Parco? Ma vogliamo veramente scherzare? E noi, come fessi ci cadiamo? Gambino, che come tanti altri consiglieri regionali ha sfruttato il Vallo di Diano soltanto come serbatoio di voti, ha promosso l’audizione a Napoli di tutti i sindaci del Parco per parlare di riperimetrazione. Ma questa è un’offesa per tutti noi amministratori locali. Siamo alla follia”
- Ma il Parco è un problema oppure no?
“No. In questo momento il vero problema non è il Parco, bensì la Soprintendenza. Il paradosso è che il Parco autorizza e la Soprintendenza boccia. Ne sappiamo qualcosa a Monte San Giacomo dove il Parco aveva approvato il progetto del laghetto artificiale che avrebbe procurato vantaggi alla nostra economia ma la Soprintendenza lo ha bocciato. E così sta facendo anche con l’edilizia. E’ contro la Soprintendenza che si dovrebbe protestare, non contro il Parco ma evidentemente è più facile avere visibilità strumentalizzando il Parco. La verità è che c’è chi preme per entrare nel Consiglio direttivo del Parco e cerca di fare la voce grossa per assumere un ruolo, poi, dall’interno e convincere gli altri che la posizione è da appoggiare. E’ questa la verità.”
– Rocco Colombo –