Dopo 14 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco pescatore di Pollica, il Governo italiano ha deciso di schierarsi come parte civile nel procedimento in corso. L’annuncio giunge dal fratello del sindaco, Dario Vassallo, che in questi anni ha combattuto alacremente per portare a galla la verità.
“Dopo 14 anni di attesa e lotta instancabile accogliamo con favore la decisione del Governo Meloni di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di mio fratello Angelo Vassallo, sindaco di Pollica brutalmente assassinato il 5 settembre 2010. Questo atto è un segnale forte che riconosce il valore della sua battaglia contro la criminalità e il degrado” ha commentato Dario.
“Dall’avviso di conclusione delle indagini ricevuto il 13 febbraio emerge che tra le persone offese vi è lo Stato stesso – ha chiarito Vassallo –. Questo atto, regolato dall’articolo 1, comma 4, della legge 3 gennaio 1991, n. 3, richiede l’autorizzazione del Presidente del Consiglio dei Ministri o di un suo delegato. Secondo gli inquirenti, Angelo è stato ucciso perché si opponeva con fermezza allo spaccio di droga nel Cilento. Ora spetta ai giudici decidere il destino degli otto sospettati”.
“Le idee non si fermano. Nonostante il silenzio e l’omertà, la verità avanza. Il sacrificio di Angelo non è stato vano: il suo esempio vive attraverso le nuove generazioni e il lavoro incessante della nostra Fondazione – ha aggiunto – A nome mio, di mio fratello Massimo e della Fondazione Angelo Vassallo, esprimo gratitudine al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per questa decisione cruciale. Questo atto rappresenta un messaggio di impegno e serietà da parte dello Stato. La giustizia deve vincere”.