In occasione della Giornata Internazionale del Migrante, Save the Children ha pubblicato il rapporto “Nascosti in Piena Vista” che quest’anno si concentra sul compimento dei 18 anni e il passaggio alla vita adulta dei minori che sono arrivati in Italia non accompagnati.
I dati evidenziano come questo momento rappresenti una soglia critica e spesso traumatica per i minori stranieri non accompagnati che spesso vedono interrotto il loro percorso di crescita in Italia. I ragazzi stranieri soli una volta maggiorenni si scontrano con ostacoli burocratici e difficoltà di inserimento lavorativo e abitativo. Gli ostacoli più duri da superare sono l’apertura della tutela e il rilascio del permesso di soggiorno.
“Sappiamo che tra il 2014 e il 2024 sono arrivati in Italia, da soli, via mare, 127.662 minori stranieri non accompagnati (MSNA) – si legge nel Report – Sono in prevalenza adolescenti e preadolescenti, ma in alcuni casi anche bambini, con una media di 11.600 arrivi l’anno. Cosa accade ai minori stranieri soli al compimento dei 18 anni?”.
In Italia sono presenti nel sistema di accoglienza e protezione 19.215 minori stranieri non accompagnati. Oltre il 75% ha tra i 16 (23,75%) e i 17 anni (52,15%), il 13,66% tra 7 e 14 anni e solo l’1,65% è nella fascia 0-6 anni. L’analisi di “Nascosti in Piena Vista” fotografa il forte rischio di esclusione e di perdita nell’ombra dei neo-diciottenni per difficoltà e ritardi burocratici che, sommandosi a quelli sull’accoglienza e alla nomina del tutore, possono riguardare il prosieguo amministrativo, il rilascio del parere e la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età, o la procedura di riconoscimento della protezione internazionale.
Fino al 30 settembre 2024, più di un minore su 4 nel sistema di accoglienza era ospitato in grandi centri, tra cui strutture temporanee ed emergenziali, di questi oltre il 6% (252) in strutture per adulti. Dall’analisi di Save the Children risulta scarsamente applicato per i minori non accompagnati il ricorso all’affido familiare, promosso dalla legge 47 del 2017 come prioritario rispetto alle strutture: a giugno 2024 risultavano accolti in famiglia appena il 20,4% dei minorenni presenti in Italia, ma di questi ben l’87% è rappresentato da minori ucraini.
Al compimento dei 18 anni tutti i nodi vengono al pettine e le strade si biforcano. La mancanza di documenti o il ritardo nel loro rilascio può rallentare significativamente il percorso di inclusione. Ciò porta a creare una situazione di grande incertezza per i giovani, limitando le loro opportunità di accesso al lavoro, ai servizi, anche sanitari, e alla formazione. Vi sono ragazzi e ragazze che, attraverso il cosiddetto prosieguo amministrativo, ottengono dal Tribunale per i Minorenni la possibilità di continuare ad essere sostenuti fino ai 21 anni nell’accesso al lavoro, negli studi o nella ricerca di un’abitazione. Storie che testimoniano come una buona rete di accoglienza e inclusione possa fare la differenza. Al 17 ottobre 2024 risultano attivi 1.601 prosiegui.
“Purtroppo, in molti casi le cose non funzionano così – ha sottolineato Antonella Inverno, responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children – Tutti gli ostacoli che incontrano dal momento della fuoriuscita dalla struttura di accoglienza, la difficoltà di prendere una stanza in affitto, di aprire un conto in banca, di svolgere un tirocinio o avere un contratto di lavoro in attesa della conclusione dell’iter per il permesso di soggiorno fanno sì che i ragazzi possano facilmente cadere nelle reti dello sfruttamento, del lavoro nero e della microcriminalità. Senza reti di supporto e senza tutele, i neomaggiorenni restano esposti a situazioni di marginalità. È necessario assicurare a tutti i minori che giungono in Italia da soli senza genitori o figure di riferimento un percorso di accoglienza, protezione e inclusione che li accompagni all’età adulta, con il sostegno della comunità. Perché ciò avvenga, è importante che ognuno faccia la sua parte, fin dal momento del loro arrivo”.
L’incertezza provocata dalla burocrazia incide sulla vita dei migranti che subiscono lunghi tempi di attesa per il rinnovo dei documenti. Inoltre, solo poco più di un minorenne su due (58,1%) a giugno 2024 era accolto nei centri di seconda accoglienza, SAI o extra SAI. Ciò significa che i minori stranieri non accompagnati sono spesso ospitati in altre strutture in cui sono garantiti solo servizi di base e nelle quali i minori stranieri dovrebbero restare solo per il tempo necessario al trasferimento nelle strutture SAI, in quanto inadatti a rispondere alle esigenze di ragazzi e ragazze per periodi più lunghi.
“Non devono, dunque, stupire i dati sugli allontanamenti volontari: dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 dei 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture registrati, il 25%, pari a circa 1.650 minori, è uscito definitivamente dal sistema di accoglienza, con tutti i rischi che questo comporta” si sottolinea nel report “Nascosti in Piena Vista”.