Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Comune di Sala Consilina per la riapertura del carcere che resterà dunque chiuso.
L’Amministrazione comunale aveva impugnato il provvedimento del Ministero della Giustizia che aveva disposto la soppressione del carcere nel 2015 ritenendo che la struttura fosse obsoleta, costosa e che rimetterla in una condizione di piena e soddisfacente funzionalità avrebbe implicato una spesa e una sottrazione di mezzi assolutamente antieconomica. Nonostante ciò, il Comune aveva impugnato tale decisione, sostenendo la violazione del principio di territorialità nell’esecuzione della pena, oltre a lamentare l’impossibilità di mantenere il carcere aperto a causa dei costi di gestione e delle carenze strutturali.
Il Tar della Campania, nel 2016, aveva accolto parzialmente il ricorso, ritenendo che il Ministero non avesse rispettato il principio di partecipazione procedimentale. Tuttavia, in appello, il Consiglio di Stato aveva parzialmente annullato la decisione e la Corte aveva infatti evidenziato che l’Amministrazione poteva prendere altre misure per garantire il rispetto del principio di territorialità senza necessariamente mantenere il carcere.
Nel 2020 il Ministero della Giustizia ha nuovamente disposto la soppressione della Casa Circondariale ma il Comune ha presentato ricorso lamentando, tra le altre cose, l’illegittimità dell’atto per mancanza di un’adeguata istruttoria, l’arbitrarietà della decisione, e la disparità di trattamento rispetto ad altre strutture simili rimaste operative. L’anno successivo il Tar ha rigettato il ricorso del Comune, ma l’Amministrazione ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato che ha ritenuto l’appello infondato decidendo così di respingerlo.
- Articolo correlato:
23/12/2020 – Carcere di Sala Consilina. Il Ministero della Giustizia conferma la chiusura, il Comune ricorre al TAR