Continuano le udienze del processo “Shamar” presso il tribunale di Lagonegro. Il procedimento penale riguarda infatti il traffico illecito e lo stoccaggio di grandi quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi in un complesso industriale non attivo a Sant’Arsenio e lo smaltimento presso aree della foce Sele-Tanagro. È stato accertato anche il trasporto delle cisterne ad Atena Lucana e lo sversamento del contenuto su terreni comunali.
Il Pubblico Ministero nella scorsa udienza aveva chiesto condanne da 7 a 2 anni e un’assoluzione, questa mattina in aula c’è stata la discussione dei difensori di due delle persone coinvolte.
L’avvocato Michele Cuozzo, difensore del proprietario del fondo, ha sostenuto che il suo assistito è responsabile dello sversamento avvenuto per metà ad Atena Lucana ma non era però a conoscenza del contenuto delle cisterne. Ha inoltre sottolineato che non aveva a che fare con questa associazione e che è stata la persona che in primis ha subito. Alla luce di questo ha chiesto la prescrizione per due capi d’imputazione in quanto manca l’elemento soggettivo.
L’avvocato Raffaele Boninfante, difensore del proprietario dell’azienda industriale dove erano stati stoccati i rifiuti, ha chiesto invece l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato in quanto il suo assistito non ha partecipato all’associazione finalizzata allo smaltimento dei rifiuti sostenendo anche che non sapeva cosa ci fosse all’interno delle cisterne e per cortesia le aveva fatte poggiare nello stabile.
L’udienza ora è rimandata al prossimo 12 dicembre.
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